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Come nasce Oh my God?
Io e Andrea ci siamo conosciuti nel 2009, da lì abbiamo fatto radio insieme, pubblicità, presentato serate e anche le comparse in diversi film, da queli diretti dalla Comencini alle produzioni di Ficarra e Picone. Proprio durante le riprese del film della Comencini, abbiamo deciso di produrre qualcosa di nostro: era il 2010.
E come siete riusciti a produrla?
Partecipavamo alla realizzazione di alcuni programmi per una web tv, ed è stata la casa editrice della web tv, la Ultravox, a finanziare la sitcom. A quel punto ci siamo messi alla ricerca di un canale televisivo che potesse trasmetterla, fino a quando ha aperto Agon Channel: hanno visto l’episodio pilota e ci hanno detto si.
Quindi hanno preso un prodotto già finito, senza contribuire minimamente alla realizzazione?
Noi abbiamo portato una serie completa.
Avete provato a proporvi a qualche altra rete, prima di Agon Channel?
Si, siamo riusciti a contattare la segreteria di Mediaset e avere un colloquio. Il materiale è piaciuto, tanto che all’inizio si era ventilata l‘ipotesi di Italia 2. Però innanzitutto loro non volevano proporre qualcosa che seguisse la falsariga di Camera Caffè, e poi avevano mandato in onda Don Luca qualche anno fa: c’erano troppe similitudini.
Siete rimasti in contatto?
Ci hanno detto, in caso avessimo qualche altro prodotto da proporre, di mandarlo.
E lo avete?
Effettivamente stiamo scrivendo un’altra sketch comedy, seguiti da un autore. Abbiamo anche quattro eventuali soggetti per un film.
Torniamo ad Agon Channel. Che ci dice di Chance, il talent condotto da Veronica Maya?
Ci hanno consigliato di partecipare per farci conoscere, così poi saremmo passati in tv con la nostra serie. Per il pubblico, vederci dopo in onda da soli, sarebbe risultato come una sorta di promozione: il primo tassello dopo il passaggio a Chance.
Quindi, in pratica, Chance è stato un patto per la messa in onda di Oh my God
Inizialmente erano previsti degli spot per la serie, ma poi non ci sono stati. Quindi si, in fin dei conti, Chance è anche stata l’unica promozione.
Da sinistra: Luca Costale, Veronica Maya, Andrea Lavalle
A proposito di Oh my God: come mai l’ambientazione nella sagrestia?
Perché ci sembrava il luogo più strano e assurdo in cui girare una sketch comedy. Trovavamo che già l’ambientazione, di per sé, facesse ridere.
C’è un intento satirico?
No, è solo una presa in giro bonaria. Si scherza senza blasfemia né alcun intento denigratorio.
Nella sitcom è inconfondibile la voce di Pietro Ubaldi, come lo avete convinto?
Lo abbiamo conosciuto nel 2011, a un evento benefico a Milano in cui si portava da magiare ai clochard. Anche io l’ho riconosciuto dalla voce, tra l’altro per uno dei cartoni meno famosi che ha doppiato. Comunque, da lì, è nata un’amicizia, e non c’è stato bisogno di convincerlo: ha detto subito si.
Mi tolga una curiosità. Poichè immagino che vogliate affermarvi come comici, perchè non avete partecipato ai provini per Zelig o Colorado?
Si, noi desideriamo diventare attori comici. In realtà il provino per Zelig lo abbiamo fatto. Solo che uno degli autori storici, a un certo punto, ci ha detto che tanto, a breve, Zelig non ci sarebbe nemmeno stato più. Allora abbiamo pensato fosse il caso di provare altre vie.