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Su tutti svetta il protagonista, Salvo Montalbano sul quale gli anni hanno lasciato una visibile impronta. Non fisica ma caratteriale: il poliziotto di Vigata ha assunto un atteggiamento meno aggressivo e, apparentemente, più disponibile. Non grida più con la sua squadra, mostra comprensione per Mimi Augello (Cesare Bocci) il suo vice, “il femminaro”, scoperto in casa di una testimone in una palese situazione amorosa, non lo rimprovera quando si accorge che le sue indagini percorrono una pista sbagliata. Anche con il surreale Catarella (Angelo Russo) ha un approccio meno invasivo e lo gratifica in maniera più evidente rispetto al passato. Montalbano sta invecchiando male: perchè questi “piccoli particolari” tolgono smalto alla sua immagine e lo fanno somigliare ad un anonimo commissario di mezza età in crisi esistenziale, magari prossimo alla pensione.
In quest’ottica è come se fosse passato sulla serie un rullo che ne ha compresse le emozioni e i sentimenti, ha normalizzato il vigore e la forza propulsiva dei protagonisti appiattendone la “vis spettacolare” e la forza comunicativa. Persino il fedele Fazio è diventato malinconico, pervaso da un’assuefazione che mai gli avevamo visto in precedenza.
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Siamo in presenza di un Montalbano dimezzato. Anche nel suo rapporto con Livia la storica fidanzata. Interpretata da Sonia Bergamasco, Livia è diventata una partner qualsiasi, si è spogliata del suo carattere libero e deciso, si è “imborghesita”. L’abbiamo persino trovata ai fornelli di casa Montalbano a cucinare per il suo uomo, intrisa di una normalità che ha tolto spessore e vigore alla sua presenza. E a sottolineare definitivamente il cambiamento della coppia arriva anche il cagnolino, adottato da Livia, a scorazzare nella casa di Salvo e ad impossessarsi del telecomando proprio nei momenti determinanti. Insomma, scene di normale quotidianità, disturbate dagli impegni professionali di Salvo che deve persino giustificarsi con la fidanzata per le continue interruzioni della loro intimità.
Inoltre, sono mancate le lunghe soste di Montalbano al ristorante di Vigata mentre assapora con piacere quasi sensuale i suoi piatti preferiti. Una costante delle stagioni passate. Restano il paesaggio dalla bellezza struggente, la natura dai colori vivi e reali, il mare della Sicilia a far da sottofondo alle indagini del commissario. Il tutto sottolineato dalla regia quasi letteraria di Alberto Sironi che riesce a salvare Salvo dalla monotonia in cui sta rischiando di sprofondare.
sono d’accordo su tutta la linea . non so cosa possa essere successo alla produzione di quest’ultime puntate di Montalbano