Eleonora (Tinny) Andreatta responsabile di Rai Fiction ha sottolineato che “Come fai sbagli” fa parte di un progetto a più ampio raggio attraverso il quale la Rai vuole raccontare la famiglia italiana e i suoi cambiamenti nella società di oggi.
“I toni di ‘Come fai sbagli’ sono da commedia” dice la Andreatta. E continua: “Come fai sbagli è la terza serie prodotta da Rai Fiction dall’inizio della stagione 2015/2016. Abbiamo iniziato con ‘É arrivata la felicità‘, proseguito con ‘Tutto può succedere‘ e adesso approdiamo a ‘Come fai sbagli’ nella quale gli adolescenti sono i veri e propri protagonisti“.
Al centro della storia raccontata ci sono due famiglie agli opposti: i Piccardo e gli Spinelli. Come vi abbiamo già raccontato in anteprima, i Piccardo sono rigidi ancorati ad una educazione tradizionale, gli Spinelli invece sono una famiglia allargata, molto aperta, composta da Valeria Spinelli (Francesca Inaudi) e Walter Spinelli (Daniele Pecci). I due hanno un figlio Diego, mentre in casa abita anche Zoe figlia di Valeria e del primo compagno interpretato da Massimo Ciavarro. {module Pubblicità dentro articolo}
Tra queste due famiglie si inserisce una terza coppia i Pagnozzi, due partner romani che irrompono nella quotidianità delle i Piccardo e degli Spinelli portando un po’ di buon senso tra questi due nuclei familiari. Infatti l’interrogativo che i Piccardo e gli Spinelli si chiedono in continuazione è il seguente: stiamo dando la giusta educazione ai nostri figli? Oppure sbagliamo e abbiamo bisogno di seguire altri modelli?
La serie è stata girata in 22 settimane ed ha avuto come palcoscenico sempre la città di Roma. Sono intervenute 1000 persone fra attori e responsabili e dipendenti della produzione. Il format è francese.
Infatti “Come fai sbagli” si può considerare la riproposizione italiana della serie “Fais pas ci, fais pas ça“. La serie in Francia ha avuto molto successo ed è arrivata all’ottava stagione. Se ne sta girando attualmente la nona. Dice Thierry Bizot produttore della fiction in Francia: “la particolarità della serie francese è tutta nello sguardo dei genitori che capiscono ad un certo punto che i loro figli sono diventati grandi. Madre e padre comprendono all’improvviso di non essere più degli eroi per i propri ragazzi ma semplicemente dei bersagli da colpire con la loro contestazione quotidiana“. Thierry continua “Fais pas ci, fais pas ça e quindi anche la versione italiana non sono una serie sociologica ma universale: genitori vi si possono facilmente riconoscere“. {module Pubblicità dentro articolo}
Il produttore francese svela che l’idea della serie è nata dalla sua esperienza di padre. Ad un certo punto un giorno si è accorto che suo figlio aveva compiuto 13 anni e non lo considerava più allo stesso modo del passato. Da qui sono cominciati i problemi di comunicazione. Ovviamente anche la madre, cioè la moglie, ha subito le medesime contestazioni che sono state raccontate e sceneggiati. I problemi però nella serie italiana sono stati anche ricondotti a quelli più classici dei nostri adolescenti.
“Adesso i miei figli hanno compiuto 20 anni ma i problemi non sono ancora risolti, continuano in un altro modo. E naturalmente li abbiamo rappresentati nei sequel della fiction“.