Il regista inglese premio BAFTA per Broadchurch, James Strong, rivela perché ha deciso di realizzare un nuovo adattamento del celebre romanzo di Thackeray e in che modo questo risulti così attuale: “Le apparenze, l’arrampicata sociale e lo status sono assolutamente il tema portante di Vanity Fair, e al centro della società in quel periodo. Che sia il numero di like che riceviamo per i nostri selfie su Instagram, quanti amici abbiamo su Facebook o qualunque altro sia il barometro, la necessità di sentirci sostenuti, amati e popolari non è mai stata più palese di quanto non lo sia in questo momento.
Il regista continua: Questi sono i temi che Thackeray voleva affrontare. Vedeva questa vanità nel cuore della società. Oggi si manifesta in modo leggermente diverso ma sicuramente non meno potente. Vanity Fair è una storia con una forte eroina femminile che non scende a compromessi e vuole essere alla pari in una società dominata dagli uomini. È una storia universale ed estremamente attuale. Stiamo tutti cercando ciò che non vale la pena ottenere. È una verità senza tempo”.
Nel settimo e ultimo episodio della serie, Dobbin (Johnny Flynn) decide di non partire in India con il reggimento per riabbracciare l’amata Amelia (Claudia Jessie) e assumere il ruolo di padre per Georgie.
Nel frattempo Becky (Olivia Cooke), rimasta vedova di Rawdon (Tom Bateman) vittima della febbre gialla contratta in Africa, non smette di tentare senza scrupoli la sua scalata sociale: arriva perfino a mascherarsi per tentare con il gioco d’azzardo Georgie, l’orfano di George (Charlie Rowe), finito sul lastrico proprio per questo vizio.
L’appuntamento con il finale di Vanity Fair – La fiera delle vanità è per venerdì 16 novembre 2018 alle ore 22.10 su laF (Sky 135) per il ciclo “Classici in Tv”.