È stato un lungo excursus nel corso del quale gli intervistati hanno espresso differenti opinioni su Gomorra e su quanto abbia influito il racconto televisivo nella vita reale della città. Naturalmente pochissimi hanno accettato di rendere pubblico il proprio nome.
Abbiamo cominciato a porre le prime domande ad alcuni poliziotti impegnati in zone molto calde come Castel Capuano. La risposta che ci è stata data è perentoria: “non siamo assolutamente d’accordo con quanto viene narrato nella serie. Si tratta di una fiction estremamente diseducativa soprattutto per i giovani che può stimolare l’effetto emulazione. Noi impegnati in zone difficili della città assistiamo, quasi ogni giorno, a situazioni molto simili a quelle proposte nella prima stagione della serie“. {module Pubblicità dentro articolo}
Concordano alcuni gestori di bar nelle zone della Sanità e dell’hinterland come Secondigliano, tra le più calde: “purtroppo molti giovanissimi usano, per scippi e rapine, le medesime tecniche osservate nella prima serie di Gomorra. Esempi negativi al massimo. Noi qui ne siamo testimoni oculari”
Incontriamo poi alcuni ragazzi trentenni che lavorano come operai nelle fabbriche napoletane e dei dintorni. La risposta è estremamente diversa: “noi ci siamo molto divertiti perché sono situazioni davvero inverosimili. Non solo ma siamo certi che siano stati gli attori ad imparare dalla criminalità organizzata e non crediamo assolutamente all’effetto emulazione“.
Spostiamoci adesso nelle zone bene della città dove abbiamo raccolto le opinioni di alcuni avvocati penalisti. “Il nostro non è un giudizio, ma una constatazione: Gomorra rappresenta uno spaccato della società napoletana e la camorra non si può assolutamente ignorare perché esiste. È proprio per questo crediamo che la serie non sia pericolosa“. {module Pubblicità dentro articolo}
Un gruppo di imprenditori napoletani quarantenni ha così risposto: “guardando Gomorra non tutti diventano certamente camorristi, così come, seguendo ‘Il padrino’, nessuno è diventato mafioso. Il messaggio di Gomorra non è né positivo né negativo è la fotografia di una realtà“.
Ed eccoci agli intellettuali napoletani che con una certa sufficienza, snobbano il fenomeno: “Gomorra rispecchia solo una fascia sociale, il basso popolino napoletano, e per questo è una realtà limitata soltanto ad alcune zone“.
Siamo andati a raccogliere l’opinione anche di alcuni infermieri che operano in presidi ospedalieri. Tra questi Alessandro Maiolo ci dice: “Napoli purtroppo ha una consolidata cultura camorristica, i giovani sono affascinati da questa rappresentazione perchè per loro Gomorra è la realtà. Tutto quello che è raccontato si ritrova nei comportamenti di una certa quotidianità. É la mentalità camorristica del Sud che ha un’attrazione particolare per i ragazzi. E’ soprattutto è lo spaccio di droga, una delle attività principali evidenziate in Gomorra 2, a catturare l’attenzione del pubblico più giovanile“.
Ci siamo recati anche in alcune strutture mediche dove sono ricoverati ragazzi ex pusher che hanno spacciato per la camorra, con precedenti penali, che hanno riportato danni notevoli per uso eccessivo di droghe e sono lì per curarsi. “Io Gomorra l’ho fatta e mi riconosco in quelle immagini” ci racconta un ragazzo di circa 30 anni. “Per 10 anni ho spacciato ed ho usato personalmente ogni tipo di stupefacenti dall’ hashish, all’eroina, alla cocaina e al crack. Guadagnavo circa 10000 Euro a settimana ed avevo come copertura un’anziana settantenne con la quale mi spostavo in un camioncino. Lei ne guadagnava 5000 a settimana. Ma se avessi dei figli non consentirei mai che cadessero così in basso. Gomorra ci mostra quanto i giovani siano affascinati dai guadagni facili. Ed è proprio quello che avviene nella realtà. Per cui la serie non è assolutamente esagerata ma realistica“.
Alcuni giovani mostrano un cavo orale completamente senza denti, rovinati dall’uso eccessivo di droghe e lanciano un messaggio ai coetanei: “non imitateci”.
Inoltre, ci ha colpito che questi ragazzi siano abituati, a modo loro, a seguire le stesse pratiche religiose comuni ai protagonisti della serie di Sky Atlantic. Ci svelano, ad esempio, la propria devozione al Volto Santo e alla Madonna dell’Arco, le classiche icone religiose popolari. {module Pubblicità dentro articolo}
Infine abbiamo incontrato un gruppo di mamme della Napoli bene che ci ha fatto un racconto estremamente interessante. “I ragazzi, dinanzi al video, rimangono affascinati dalle immagini di Gomorra. Perciò ci vuole la presenza di un genitore o di una persona adulta che li aiuti in una visione critica. Certo i bambini possono anche divertirsi dinanzi ad atteggiamenti spavaldi come quelli dei protagonisti della serie perchè non li considerano reali, ma quello che preoccupa è che sono, inevitabilmente, portati ad emularne il linguaggio volgare“.