I nostri figli racconta la scelta coraggiosa di Carmine Calò – cugino della vittima, interpretato da Giorgio Pasotti col nome fittizio di Roberto Falco – e di sua moglie Paola Giulianelli (nel film Anna Falco) impersonata da Vanessa Incontrada.
Dopo il femminicidio, i due adottarono i tre figli della coppia e li portarono nella loro casa marchigiana di Senigallia, dove vivevano, nonostante le difficoltà economiche e i due figli piccoli da accudire.
Nella realtà, i due genitori adottivi, oltre ad occuparsi dei bambini, hanno messo in piedi l’Associazione “Insieme a Marianna” per promuovere iniziative contro la violenza sulle donne.
Il film è prodotto da Rai Fiction in collaborazione con 11 Marzo Film, da sempre promotrice di tv-movie socialmente impegnati.
Seguiamo insieme la conferenza stampa alla quale sono presenti Giorgio Pasotti, Vanessa Incontrada, il regista Andrea Porporati, la Direttrice di RaiFiction, Eleonora Andreatta, Matteo Levi della 11 Marzo film, oltre a Paola Giulianelli e Carmine Calì, protagonisti della vicenda nella realtà e consulenti sul set.
Eleonora Andreatta, Direttrice di RaiFiction: “Tra gli obiettivi della nostra linea editoriale c’è il racconto della contemporaneaità, anche nella sua veste più difficile e problematica. I nostri figli fa parte di un’immaginaria trilogia di titoli sul tema della violenza sulle donne.
Abbiamo fatto la scelta precisa di raccontare i tramite tv-movie delle storie che affrontassero la tematica non solo nella tragedia ma anche nel riscatto, nel processo di riparazione”.
La triologia è composta da “Lea” dedicato a Lea Garofalo, “Lucia Annibali”, la storia della ragazza sfigurata con l’acido dal compagno e da questa terza storia. “Mi è apparsa necessaria – continua la Andreatta – perché tratta un tema di cui si parla pochissimo: quello dei figli che si trovano a subire certe situazioni”.
Una ricomposizione emotiva basata sulla famiglia, “Elemento portante della nostra società”, conclude la Direttrice. “Avere trovato due interpreti straordinari come Vanessa Incontrada e Giorgio Pasotti, senza dimenticare i bambini, ha contribuito a realizzare tutto come un grande esempio di delicatezza nel racconto”.
Matteo Levi, 11 Marzo Film: “Il tema di chi resta dopo tragedie di questo tipo è forse il tema principale del nostro film. Il caso l’ho conosciuto grazie a Mauro Caporiccio. Non ci si era mai posto il problema di cosa succede ai bambini e mi è sembrato opportuno questo taglio diverso, fatto di grande speranza, di un’accogienza scelta e portata avanti con coraggio, con gesti che pochi farebbero.
Ho incontrato i protagonisti ed ho sentito immediatamente la necessità di realizzare il film. Tra tutti i lavori è stato tra quelli che ha suscitato da subito e spontaneamente un profondo interesse”.
Il regista Andrea Porporati: “Ringrazio tutti di aver pensato a me, perchè tra i miei lavori I nostri figli è uno di quelli che mi ha coinvolto di più e che continua a coinvolgermi da spettaore. Perché c’è lo spirito – che abbiamo cercato di raccogliere – di guarigione della ferita. Una storia che non riguarda solamente i minori che hanno subìto il trauma ma che aiuta chi li ha accolti e presino noi che stiamo a guardare. Aiuta a crederci e continuare a crederci”.
Il regista prosegue con le motivazioni della scelta del titolo. “Il titolo è I nostri figli perché sono i figli di tutti noi, non sono di Paola e Carmelo. La cosa bellissima di questa storia è l’atteggiamento di quelli che appaiono come supereroi di ogni giorno, alle prese con la quotidianità, e il cui compito non è solo quello di accudire ma anche quello di spiegare ai bambini ciò che è accaduto. I piccoli attori, poi, hanno preso coscienza del fatto con semplicità, rendendo perfettamente l’assenza di retorica, sorprendendo tutti noi sul set”.
Vanessa Incontrada: “Penso che nella vita bisogna trovarsi in determinate situazioni, per potersi rendere conto davvero. Mi sono posta molte volte la domanda su cosa avrei fatto al posto dei genitori adottivi, ma la risposta non è stata mai definitiva. Una situazione di complessità talmente grande – anche per via degli altri figli già avuti dalla coppia – che la risposta non è mai definitiva. Anche per questo credo che i veri protagonisti siano coloro che hanno vissuto realmente al situazione”. Chiude con un elogio affettuoso dei piccoli attori.
Giorgio Pasotti: “Prima di incontrare certe persome ci si aspetta che chi che prende questa decisione sia provato, triste, cupo. La cosa sconvolgente in senso positivo è che loro hanno fatto tutto ciò con una naturalezzza incredibile, senza mai far pesare la propria decisione.
Insegnano che l’unione è ancora lo strumento grazie al quale si riescono a realizzare progetti importanti. Incontrare loro è stato un momento importantissimo, a riportato la mia vita ad uno stadio più normale, a considerare i problemi quotidiani con il giusto peso. Ermanno Olmi diceva che “L’arte deve aiutare a pensare” e credo che questo film stimoli un pensiero su queste tematiche.
Mauro Caporiccio, Sceneggiatore: “Questa storia è nata, di fatto, in tanti programmi della Rai, da Unomattina a La vita in diretta. Perché la Rai ha svolto al massimo, durante tutto il racconto di questa storia, il suo ruolo di servizio pubblico, con alla base un progetto vero per il trattamento dei temi.
La conseguenza naturale è stato questo film, ideato in maniera quasi istintiva. Abbiamo pensato che potesse rappresentare i circa i 1600 orfani delle vittime di femminicidio dal 2000 a oggi e che questo film possa dare forza ai loro diritti. L’abbiamo chiamato i nostri figli perché sono figli anche di una società che ha bisogno di loro, di figli da crescere in maniera collettiva, senza dimenticarli. Una squadra che ha visto da subito Carmelo e Paola tra i protagonisti della realizzazione”.
Carmelo Calò: “Non abbiamo pensato moltisimo alla scelta, abbiamo agito in maniera istintiva, in circa 4 ore. Ci siamo resi conto che forse avevamo fatto troppo quando il lavoro è andato a picco. Ma la forza, la tenacia, l’amore hanno permesso di farcela. Rifarei tutto come nel 2007”.
Paola Giulianelli: “Ringrazio Giorgio Pasotti e Vanessa Incontrada per come hanno parlato di noi. Quando sei lì la scelta è istintiva. Io ho pensato egoisticamente anche ai miei figli, se fosse successa una cosa del genere a loro. E il primo pensiero è sttao quello di salvare i tre bambini, senza analizzare le conseguenze a lungo termine.
Sul set ho trovato una famiglia, persone sempre molto molto carine. Per me è stato anche un divertimento partecipare.
Domande da parte dei giornalisti.
Ai fratelli protagonisti nella realtà della tragica storia: cosa ne pensate di essere rappresentati così?
Risponde, molto emozionato, uno dei giovani – ad oggi ancora minorenne – che nel film ha il nome di fantasia “Diego”: “ll film è molto bello e mi ci sono ritrovato molto e sono felice di quello che hanno fatto i miei genitori, anche se all’inizio ero molto geloso. Ora sono molto felice di avere dei fratelli come loro”.
La conferenza stampa finisce qui.