Nel cast ci sono Alessio Boni, Anna Valle, Alessandro Roia, Carlotta Natoli, Francesca Cavallin, Stefano Dionisi, Giorgio Pasotti, Marco Bocci, Rocco Tanica, Claudia Potenza. Con la partecipazione di Giovanna Mezzogiorno. La produzione è della Indigo Film in collaborazione con Rai Fiction.
Ecco tutte le dichiarazioni degli intervenuti alla presentazione della fiction che inaugura la stagione della serialità di Rai1.
Prende la parola il sindaco di Milano Beppe Sala:
“Grazie per l’atto di fiducia nei confronti di Milano. Questa fiction è molto rappresentativa della nostra città: i luoghi dicono tanto, ma vi sono anche altri due aspetti: la cultura milanese e, infine, i valori ambrosiani. La presentazione casca nel giorno in cui Milano e la sua provincia hanno scalato la classifica risultando tra la più vivibile d’Italia. È un segno del fatto che Milano sta andando avanti. Il merito è mio e della giunta in maniera infinitesimale, ma soprattutto dei milanesi, i quali hanno accettato la sfida di coniugare la storia di questa città con la proiezione verso il futuro e la contemporaneità. Milano si deve confrontare con il resto del Paese, ma il vero confronto è quello con le città del mondo”.
Prende la parola il direttore di Rai Fiction Tinny Andreatta: “uno dei nostri obiettivi è di raccontare la diversità del Paese. Milano l’avevamo sfiorata, ma non era mai stata protagonista. Una città diventa quasi ispiratrice, un luogo dove quel racconto avviene perché connesso a quella cultura e alle modalità di vivere di quella località. Per noi questa città è una capitale internazionale, uno di quei luoghi preziosi sia per il piccolo che per il grande schermo perché possono avvenire delle storie che riguardano i giovani, che trovano in Milano il loro luogo d’elezione per il suo essere moderna senza dimenticarne la storia antica. Con La compagnia del cigno raccontiamo un romanzo di formazione, una storia che parla di come sia difficile la crescita, ma anche di talento e disciplina. Ci si trova di fronte a un plot che, attraverso l’utilizzo della musica classica come qualcosa che appartiene alla vita di oggi, riesce a essere estremamente divulgativo. Il lavoro musicale di questa serie è molto complesso e proprio l’ibridazione della musica classica con quella odierna e la colonna sonora – a cominciare dalla sigla di Mika – è una delle cifre principali di questo racconto“, dice la responsabile di Rai Fiction.
Abbiamo dato vita a una storia corale, che, però, ha un perno nella figura del maestro Marioni-Boni, il quale testimonia come per crescere sia importante anche la disciplina. In un mondo in cui le figure parentali e i buoni maestri non sono tanti, ci è sembrato fondamentale narrare una storia che ha al centro un buon maestro”.
Prende la parola il regista e ideatore Ivan Cotroneo: “La compagnia del cigno è una serie sull’amicizia, ma quando sono emozionato non riesco a spiegarmi benissimo, per cui ho pensato che avrei potuto chiedere a un amico di dire qualcosa a riguardo”.
Assistiamo a un video di Mika nel quale l’artista dice:
Riprende il regista: “voglio ringraziare Mika, stavamo lavorando al suo show, gli ho detto di aver in mente questo progetto sulla musica. I sette ragazzi protagonisti hanno delle ferite da superare e molte relazioni difficili col mondo adulto. Con Monica (Rametta, la co-sceneggiatrice) abbiamo deciso di raccontare la forza della collettività e dello stare insieme. I loro superpoteri si vedono per la prima volta quando fanno gruppo”.
Questi attori giovanissimi si sono dati anima e corpo. Loro sono il quadro, io e gli altri colleghi siamo solo la cornice, magari bella, ma loro sono i colori.
Amate l’arte perché, ricordatevi, tra tutte le menzogne che ci sono nella vita, è quella che mente meno“.
Ricordo che ai miei tempi era impossibile parlare di qualcosa che non facesse parte del repertorio classico. Il maestro Marioni della serie parla della continuità tra la musica classica e quella pop”.
Tocca a Ivan Cotroneo presentare i sette ragazzi de La compagnia del cigno, che con emozione raccontano la propria esperienza.
Non è una fiction da vedere ma anche da leggere ci viene detto.