Nel film troviamo Serena Rossi nei panni della protagonista, accanto a lei Maurizio Lastrico, Lucia Mascino, Dajana Roncione, Antonio Gerardi, Nina Torresi, Daniele Mariani, Francesca Turrini, Fabrizio Coniglio, Gioia Spaziani, Duccio Camerini, Simone Gandolfo, con Corrado Invernizzi ed Edoardo Pesce .
Si tratta di una produzione Eliseo Fiction in collaborazione con Rai Fiction per la regia di Riccardo Donna.
Ascoltiamo le testimonianze di tutti gli intervenuti in conferenza stampa.
Le fa eco Luca Barbareschi, produttore con Eliseo Fiction: “come ogni progetto ha una lunga gestazione. Con Tinny in questi anni abbiamo avverato diversi sogni. Lavorando insieme con Serena a Tale & Quale Show le dissi: semmai dovessi riuscire a realizzare un lavoro sulla Martini, sarà lei. Alla Andreatta portai un suo provino perché, a mio parere, è un valore aggiunto il suo saper cantare così. Uno degli aspetti più discutibili di questi anni è la maldicenza. Cadere in basso è più facile. Mia Martini è stata distrutta dalla maldicenza. In un periodo di fake news questo film è ancora più importante“.
Interviene Franco Di Sarro, amministratore delegato di NexoDigital: “questo sarà un evento sociale che ci permetterà di contattare il territorio tramite le sale cinematografiche, che saranno circa 285, augurandoci di arrivare anche a 300. Quando ho visto questo film, io per primo ho conosciuto una persona e un’interprete straordinaria e mi auguro possa accadere lo stesso a chi lo vedrà su grande e piccolo schermo. A mio parere arriva in un momento giusto. Oggi ho visto che Bohemian Rapsody – un altro film su un grande artista – è ancora secondo in classifica dopo due mesi, mi auguro che questo lavoro sulla Martini possa superare questo traguardo“.
Serena Rossi con voce emozionata racconta la propria esperienza: “Io sono Mia, ma sono la punta di un iceberg di un’ottima squadra. Abbiamo iniziato a girare il 14 maggio, il giorno in cui è stata ritrovata per cui ho pensato che non fosse una coincidenza, abbiamo iniziato dove lei ha finito.
Io le ho dato ogni fibra del mio essere, in ogni inquadratura anche in quelle di spalle cantavo perché volevo che si vedesse la vena del collo. Non imitandola perché sarebbe stato impossibile e non giusto perché, a mio parere, l’imitazione è un po’ sterile, priva di sentimento e anima. Ho provato a regalare a lei anche un pezzo del mio cuore pur non avendo vissuto tutto ciò che ha provato lei e penso non mi ricapiterà più un ruolo così“.
Dopo la vera Bertè, prende la parola l’attrice che l’ha interpretata sullo schermo Dajana Roncione: “anch’io mi sento fortunata nell’aver preso parte a questo progetto. La Bertè mi ha costretta a pormi questa domanda: come faccio a essere libera come lo è lei. Ho visto anche un video di un’altra artista, Nina Simone, che ne parlava. È meravigliosa l’energia fisica che ha“.
Partono le domande della stampa accreditata
Una vagonata di emozioni contrastanti: rabbia mista a disperazione e a gioia. Mi ha lasciato un grande esempio di dignità, non si è mai piegata a compromessi. In generale Mia Martini è un grande esempio di donna.
A Tinny Andreatta: Quale aspetto l’ha colpita di Mimì?
La ragione per cui ho voluto questo Tv movie è stata la sua voce, è stata un vero talento con una straordinaria capacità artistica. Poi volevo raccontare come può essere violento il pregiudizio. Un tempo le donne troppo forti, in qualche modo venivano bruciate come streghe. Era giusto far conoscere Mia a tutti perché la tv ha questa missione.
Per Loredana Bertè: può condividere un suo ricordo legato alla rinascita di sua sorella nel Sanremo del 1989?
Ricordo con tristezza molti registi, anche noti, che non volevano nelle proprie trasmissioni Mia Martini. Avevano il terrore quando arrivava lei, immaginate come potesse sentirsi Mimì. La sua voglia di fare musica era immensa e gliel’hanno impedito per quindici anni. Lei aveva una conoscenza musicale infinita, suonava quasi tutti gli strumenti. Con questi signori ho ancora a che fare e continuo a non prendere mai parte alle loro trasmissioni.
Chi organizzò il festival di Sanremo nel 1989 non la voleva perché temeva che sarebbe cascato il teatro. È dovuta intervenire una persona e fecero un contratto segreto che prevedeva che quest’uomo fosse in prima fila così nel caso in cui fosse cascato il teatro, sarebbe morto anche lui.
Per la Bertè: con quale pensiero andrà a Sanremo quest’anno?
Non voglio parlare di Sanremo perché non lo trovo giusto, mi auguro di fare una bella performance. Per quanto riguarda Mimì mi fa piacere la coincidenza di uscita del film tv nello stesso periodo.
Per Serena Rossi: ha provato un sentimento di paura anche? visto che i video delle esibizioni della Martini sono rintracciabili su internet…
Paura di deludere sicuramente c’è stata. È inarrivabile. Quello che le sue corde vocali hanno sopportato è stato enorme. La mia voce è cristallina. Le ho dato voce senza pensare a questo confronto perché comunque avrei perso. Non è Tale & Quale Show. Io ho cercato di far notare il suo modo di stare sul palco, restituendo un po’ tutto di lei, senza imitarla. Paura sì, ma immenso rispetto.
Arriveranno critiche e complimenti, io sento di aver dato tutto quello che potevo per cui sono contenta comunque.
Una curiosità: era così propensa a fumare?
Bertè: Sì fumava due pacchetti al giorno.
Non si fa mai cenno a Fossati…come mai?
Bertè: Ci sono due personaggi che non hanno voluto essere nominati, Ivano Fossati e Renato Zero. Non si può forzare. Mi dispiace molto, ma non ha tolto nulla a questo film.
Rametta: noi abbiamo messo al centro del racconto Mia. La storia d’amore con Andrea è esemplificativa, come se fosse un percorso. Per il resto ci siamo adeguati a quelle che erano le esigenze della persona in questione che non ha voluto essere presente.
Tinny Andreatta: a noi interessava raccontare più i sentimenti di Mia a prescindere dagli specifici eventi. Era fondamentale narrare, ad esempio, la sua capacità di amare.
Serena Rossi: viene messo in scena un grande amore che ai fini della storia esprime la sua grande propensione per l’amore.
Per Loredana Bertè: ci può raccontare quello che ha vissuto accanto a lei?
È stato doloroso ovviamente, ma ho provato anche felicità. Serena sembrava Mimì, l’ha resa umana com’era lei, dentro era una bambina anche se faceva la superwoman e Serena ha tirato fuori quella bambina. Anche se non ci sono Fossati e Zero non fa la differenza perché al centro c’è lei. Mimì avrebbe dovuto vincere nel 1989.