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Nelle prime immagini assistiamo all’attacco che Roma ha subito da parte di Annibale. Il declino dell’Impero Romano inizia nel 218 a.C., siamo sulle Alpi italiane, a 4572 metri di altitudine, su uno dei terreni più impervi del mondo. Qui, oltre 50 mila barbari si sono riuniti, guidati da Annibale, per sconfiggere Roma. Ad accompagnare il video, voci ed interventi di esperti di storia antica. Si parte dalla guerra tra Roma e Cartagine, che porta alla sconfitta della città tunisina e alla sua smilitalizzazione. In quel perido al potere c’è Amilcare, che educa il figlio Annibale ad un solo obiettivo: la sconfitta di Roma.
Dopo quasi due decenni, Annibale trova l’occasione per vendicarsi della sconfitta del padre, Roma ha infatti stipulato un’alleanza con Sagunto che Annibale percepisce come dichiarazione di guerra. Annibale deve riuscire a convincere gruppi di barbari differenti, con lingue e culture differenti, per poter combattere contro il grande Impero romano. Inizia quindi il viaggio del guerriero alla ricerca di forti alleati.
Mentre i barbari si organizzano e aspettano i Lusitani, anche Roma inizia a radunare il suo esercito, guidato da Scipione, è un esercito ricco, ben organizzato e addestrato. La strategia di Annibale però non è mai stata utilizzata prima, le sue mosse anticipano quelle del nemico, il guerriero non vuole aspettare il nemico romano sul suo territorio ma vuole marciare direttamente su Roma. Il suo piano però viene rallentato quando Scipione si avvicina al suo accampamento. Annibale decide così di ritirarsi verso le montagne, marciare dalla Spagna attraverso i Pirenei e le Alpi, una mossa che Scipione non si aspetterebbe mai, le Alpi vengono considerate infatti una barriera naturale insuperabile. L’inverno è alle porte. L’esercito di Annibale inizia la sua ascesa nell’ottobre del 218 a.C. Però il ghiaccio, la neve, le valanghe e il gelo stanno dimezzando i suoi uomini, in un solo mese ne muoiono 25 mila.
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Ma un grande capo va sempre avanti e sette mesi dopo Annibale esce dalle Alpi, con metà dell’esercito sopravvissuto e solo quattro elefanti da combattimento, bisogna integrare nuovi alleati. Dal Nord Italia, Annibale inizia a scendere verso Roma combattendo e sconfiggendo i romani. Il suo esercito è inferiore e proprio per questa la vittoria sarà epica.
Il momento della rivincita è arrivato. Per la battaglia di Canne, Annibale ha preparato una trappola per i Romani che verranno circondati da ogni lato senza possibilità di fuga. Per Roma è una sconfitta tremenda, il Senato manda messaggi ad Annibale cercando negoziati di pace ma Scipione non è d’accordo, non vuole subire la sconfitta ma portare la guerra su Cartagine. La resa dei conti finale avviene a Zama, dove Scipione sconfigge Annibale con la stessa tattica che il barbaro ha utilizzato contro di lui durante la prima battaglia. Dopo la sconfitta, Annibale decide di deporre le armi e ritirarsi ma Roma continuerà a vederlo come un pericolo per molti anni. Nel 195 a.C. la Repubblica esige che Cartagine consegni il nemico ma Annibale si rifiuta di arrendersi e preferisce essere esiliato. Fuori dalle sue terre, il grande generale decide di togliersi la vita senza mai piegarsi a Roma.
Roma continua ad espandersi senza sosta e le tribù che si erano alleate con Annibale sono le prime a subirne le conseguenze. Ma la guerra contro l’Impero da parte dei barbari non è finita. Nel secondo episodio, scopriremo la ribellione di Viriato.