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Siamo in una cittadina della Danimarca, Dicte Svensen (interpretata da Iben Hjejle) è una cronista di nera che non ha paura di occuparsi delle questioni più scottanti. La serie si apre con un flashback risalente al 1989: in una camera d’ospedale, la giovane protagonista ha appena partorito. La madre però, arriva a prenderle il neonato dalle braccia, cercando di tranquillizzare la ragazza che, invece, in lacrime, dice di rivolerlo indietro. Le due si abbracciano, e ci si sposta nel presente.
I rapporti tra madre e figlia sono ora cambiati. Vediamo infatti la giornalista attendere in macchina, mentre osserva un gruppo di persone che escono da un edificio. Appena riconosce due persone, esce dall’auto chiamando la madre; la donna però, prosegue dritta senza rispondere. I due sono la madre e il padre di Dicte, testimoni di Geova.
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Ci spostiamo ora nella nuova casa: fresca di divorzio, tornata in campagna con la figlia dopo anni di assenza, la prima sera viene subito chiamata per recarsi sul luogo di un tafferuglio. Giunta sul posto, raccoglie informazioni sulle proteste in corso: in un locale, è stato vietato l’ingresso ai pakistani perché, seocndo la guardia all’ingresso, disturberebbero i clienti. Durante il suo giro di ricognizione, la cronista si imbatte nel cadavere di una ragazza: pantaloni slacciati, secondo la polizia è stata “squartata e ricucita”.
A questo punto partono le ricerche per scoprire quanto avvenuto, e si incrociano con un ragazzo che Dicte aveva appena conosciuto: sua fibglia rose infatti, era insieme ad un amico che, l’anno prima, era stato denunciato per violenza sessuale. Lui però si dichiara innocente, mentre Rose, la figlia, reclama la propria indipendenza.
Nel frattempo la vittima, contrariamente alle ipotesi che sembrano più ovvie, non ha subito violenza sessuale: probabilmente è morta per emorragia in seguito a un parto cesareo. La storia diventa presto di grande rilievo: il giornale per cui lavora Dicte, ha a disposizione ben sei pagine da riempire. Mano a mano che le indagini proseguono, gli elementi si accumulano, fino a scoprire che la ragazza era bosniaca e che dietro la sua morte si cela un’atroce verità. E intanto, anche il pasato della giornalista inizia a svelarsi.
La serie tv ha ottenuto successo di critica e pubblico, apprezzata anche dal pubblico anglosassone. Oltre a Iben Hjejle, del cast fa parte Dar Salim, conosciuto per la sua partecipazione alla versione danese di The Bridge e, soprattutto, per il ruolo di Qotho in Game Of Thrones.
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