Cosa l’ha convinta ad accettare questo progetto?
Ci è riuscito Renato De Maria (uno dei registi della serie, ndr): mi ha sempre detto che Giovanni Reitani era un personaggio adeguato alle mie corde. Dopo averlo interpretato, devo dire che effettivamente aveva ragione. Spero che anche il pubblico possa percepirlo. Mi ha affascinato questo personaggio “antieroe”, dolente, che ha subìto un torto molto grave, anche se indifendibile essendo un assassino.
C’è un aspetto “umano” che contraddistingue il suo Giovanni Reitani?
Direi di sì. È un uomo cui hanno ucciso moglie e figlio, perciò è squarciato da un grande dolore, che metterebbe in crisi anche tante anime democratiche.
Nella sua carriera ha interpretato molti ruoli: è più difficile vestire i panni di un buono o di un cattivo?
Nessuno dei due, il personaggio mi deve piacere! È stato bellissimo fare Giovanni Falcone (nella fiction “Paolo Borsellino” con Giorgio Tirabassi, ndr), che ho ammirato per il suo eroismo ed ho amato moltissimo. Mi piace però sempre fare “il giro di chiglia”, motivo per cui ho interpretato Erode e San Pietro: per questo mi piace definirmi un “searcher”, un cercatore di poesia.
L’attore, che in passato ha preso parte anche alla settima stagione de “La Piovra” su Rai 1, ci ha dato la sua opinione sull’evoluzione del racconto della mafia attraverso la fiction e ci ha anticipato i suoi prossimi progetti: non si tratta propriamente di cinema o tv. Di che si tratta? Non vi sveliamo nulla: per scoprirli potete guardare il video che apre il nostro post.
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