Come descrive il suo personaggio?
Sono Assunta, la madre di Silvia d’Amico (che nella fiction è l’ispettrice capo Rosalia Bertinelli, ndr) e sono una donna mafiosa, determinata a non lasciare la malavita. Sono incarcerata a vita e posso comunicare con mia figlia solo dalla galera. Mi sono divertita molto nell’interpretare questo personaggio, che definisco intenso, doloroso e particolare.
Quali sono le difficoltà nell’interpretare un “cattivo”?
Più che parlare di difficoltà, penso che ruoli del genere costituiscono occasioni di maggiore divertimento. Fare un personaggio negativo è più stimolante rispetto a vestire i panni di un buono: nel primo caso un attore viene messo nelle condizioni di esplorare le diverse componenti del suo animo.
Ricorda qualche evento particolare accaduto sul set?
Quando giravamo a Regina Coeli c’era un campo, coltivato dai detenuti, di verdura biologica. A fine riprese, tutti accorrevano lì per accaparrarsi zucchine e melanzane!
Iaia Forte nel prossimo futuro sarà anche in teatro, insieme ad un altro volto noto di Squadra Antimafia. Volete sapere chi è? Per scoprirlo vi invitiamo ad ascoltare l’intervista integrale in apertura, in cui l’attrice racconta anche l’esperienza de “La Grande Bellezza”, la pellicola di Paolo Sorrentino del 2013 vincitore dell’Oscar 2014 come migliore film straniero. Nel lungometraggio pluripremiato a livello internazionale, la Forte era Trumeau, moglie (tradita) di Lello, personaggio interpretato da Carlo Buccirosso.