Su come sia riuscito a calarsi in un artista così poliedrico, Preziosi ci ha detto:
“Brunelleschi è un personaggio di un’intensità incredibile rispetto a quelle che sono le nostre informazioni e le superficiali conoscenze scolastiche. Mi sono ispirato a Bukowski insieme al costumista e al regista cercando di raccontare in maniera chiara quanto la “dannazione” di certi personaggi alla fine si concretizzi nella realizzazione di opere geniali. Per me è stato un lavoro graduale e progressivo. In effetti non ho potuto iniziare con tutto il cast poichè ero in tournée con un’opera teatrale”.
Sul rapporto con l’arte Preziosi commenta: “Amo ogni forma d’arte. E questo amore ci ha spinto ad intraprendere il mio mestiere nonostante le difficoltà e le resistenze caratteriali. L’arte è ciò che rende interessante la sua riproduzione. Perciò anche essere un l’attore significa riprodurre la suggestione che nasce dall’esperienza di ognuno di noi nella vita reale. Brunelleschi condensa nella sua personalità davvero tutte le sfaccettature dell’arte: figlio di un notaio, orafo, ingegnere, scultore, pittore, architetto”.
Continua l’attore: “Ho avuto l’onore di lavorare con Richard Madden in una maniera molto intensa perchè avevamo bisogno di instaurare quella conoscenza profonda e necessaria per raccontare il rapporto tra Cosimo e Brunelleschi. Volevo riuscire a dimostrare quanto Cosimo fosse legato a Brunelleschi nel suo bisogno di esprimersi artisticamente. Non doveva passare il messaggio deviante che l’arte potesse essere considerata come strumento di potere”.
Il sogno giovanile di Cosimo de’ Medici era infatti diventare un artista ed è proprio l’arte ad avvicinare il protagonista prima a Bianca (Miriam Leone) e poi a Maddalena (Sarah Felberbaum). Sarà il padre, Giovanni de’ Medici interpretato da Dustin Hoffman a spingerlo invece verso la politica per ereditare il controllo su Firenze.
Cio’ che ha affascinato maggiormente Preziosi è stata la grande libertà che ha avuto per poter costruire il suo personaggio.
“Ogni volta che arrivavo il regista si metteva seduto e mi consentiva di esprimermi. apparentemente sembrava un gioco ma capivo che mi si dava una grande responsabilità. Non avendo molte possibilià ogni scena era un’occasione per mettere in luce la natura spregiudicata del mio personaggio”.
L’attore fa un’osservazione anche sui vantaggi di essere nel cast di una produzione internazionale: “Si lavora con una modalità diversa, sono due mondi che si confrontano, niente oltre confine viene mai lasciato al caso”.