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Terminata l’anteprima con il riepilogo generale, sono esattamente le 21.33 quando parte la sigla della fiction. L’episodio si apre con un flashback di De Silva, che sogna gli eventi che hanno segnato il suo passato. Intanto il padre, Mazzeo, ritira i soldi dalla banca e si prepara ad assoldare nuovi uomini promettendo “piccioli”: l’obiettivo è quello di riunire i superstiti dei Corda e dei Marchese.
Alla Duomo tra la Cantalupo e Settembrini c’è tensione, perché la donna ha capito che lui nasconde qualcosa: sembrava che fosse nato un sentimento, invece il sottoposto le mente. La Cantalupo lo esclude dalle operazioni, intimandogli di mettersi in ferie o andarsene: il suo destino non la riguarda.
Ma Mazzeo ha bisogno di un altro uomo per creare la nuova “famiglia”: De Silva, che tiene prigioniero fino a quando non si convincerà. De Silva però, anziché dargli il rispetto che vuole, gli dà del pazzo.
In ospedale Nigro ha degli incubi: sogna gli ultimi momenti in cui ha visto Patrizia. Quando arriva la Cantalupo per ascoltare la versione dei fatti, fornisce la stessa di Settembrini: quando viene obiettato che l’agente ha già tradito una volta la squadra, Nigro difende l’amico, giudicato ingiustamente.
L’obiettivo si sposta quindi su Ragno e Torrisi, ancora vivi ma braccati.
In un centro massaggi di proprietà dei Corda si scatena una sparatoria che lascia diversi morti a terra: sul posto arrivano subito la Bertinelli e Vito, che ingaggiano una lotta con i criminali. Accorrono anche Settembrini e la Cantalupo, che riesce ad arrestare uno dei delinquenti Interrogato, l’uomo non confessa niente, se non che sono finiti i tempi dei legami familiari e che ora sono i soldi a muovere tutto: “Nessuno sa perché Mazzeo è tornato in Sicilia”.
Nonostante i nove giorni di prognosi, Nigro si rialza per raggiungere Patrizia: Settembrini va in ospedale e si accorge che l’amico è scappato. Nel frattempo la ragazza sta subendo le minacce di Mazzeo, prontamente salvata da De Silva che si è appena liberato dal letto su cui era incatenato: “Toccala e non mi vedrai mai più”, minaccia. Nigro si reca in centrale, certo che la sua amata sia ancora viva e che si metterà in contatto con lui: Settembrini gli concede un’altra settimana di tempo, poi smetterà di coprirlo e racconterà alla Cantalupo che Nigro ha una relazione con Patrizia.
Rosalia Bertinelli fa visita alla madre, e osserva che la donna si scalda in maniera particolare quando nomina Rosy Abbate. Conclusa la visita, la compagna di cella le consiglia di dire la verità: “Tua figlia è una donna fatta, capirà”, ma la donna è irremovibile. È decisa a portarsi il segreto nella tomba.
Anna Cantalupo e Vito cercano le tracce di De Silva all’orfanotrofio: proprio qui, la Cantalupo scopre che, in realtà, l’uomo è figlio di Mazzeo. “Filippo è morto”: proprio mentre la Cantalupo mette mano ai documenti di nascita, entra De Silva. I due scambiano poche parole, ma sufficienti perché De Silva le punti una pistola contro, annunciandole che altrimenti, alla sua nuova famiglia dispiacerebbe: un particolare questo, che verrà poi taciuto nella riunione con i colleghi.
Patrizia chiama Nigro, confidandogli che non se la sente di scappare: l’agente infatti, le aveva consegnato un telefono.
La Ragno si sta dimostrando più furba di qualsiasi boss arrestato finora dalla Duomo, ed è riuscita a sfuggire pure a De Silva: la Ragno e Torrisi vengono avvistati, ma l’intervento della Duomo si rivela inutile. I due scappano in moto: “Non lo voglio più un morto che cammina”, minaccia la donna contro un Torrisi che non reagisce. Nel frattempo, la Bertinelli è convinta che Torrisi sia un agnellino, in quanto abituato a lavorare in giacca e cravatta, perciò l’altra cercherà di renderlo feroce. I due stanno progettando l’assalto a un portavalori.
Settembrini riceve la soffiata di un collega sottocopertura: non potrà più chiamarlo però, perché il telefono usato è da considerare bruciato. Dopo qualche tentennamento da parte della Cantalupo, parte la ricerca: gli agenti della Duomo tentano di capire qual è, tra i tanti furgoni blindati in loco, l’obiettivo. Si tratta di un mezzo diretto fuori città, che la Duomo riesce a intercettare: prima che il veicolo arrivi nel posto in cui Torrisi e i complici si apprestano a colpire, intervine la squadra. Ne nasce una colluttazione a fuoco: Marco, il poliziotto sottocopertura, rimane ucciso. Gli spara Torrisi, costretto a passare definitivamente al lato oscuro dalla Ragno.
Settembrini si sente in colpa per la morte dell’amico perché ha rivelato alla Cantalupo quanto aveva scoperto, solo allo scopo di ottenerne nuovamente la fiducia.
De Silva confida al padre che l’affare dell’uranio non è saltato: l’uranio c’è. Intanto le indagini della Duomo non si fermano: Rosalia è all’ospedale, dove il giardiniere di Rosy Abate le dice esattamente in qule punto della casa cercare: recatasi sul posto, trova la chiave di un box. Insieme a Vito, la Bertinelli va ad aprire il box: all’interno scatolini di foto, una delle quali ritrae la madre. Del tesoro invece, ancora nessuna traccia.
Tra la Ragno e Torrisi si accende la passione selvaggia: adesso che ha ucciso, per la Ragno la situazione si rivela eccitante. Si profila un nuovo piano all’orizzonte: accaparrarsi la droga sequestrata ai Corda.
Giano Settembrini va a trovare la moglie dell’amico morto, che prova un forte risentimento nei suoi confronti: per la donna è colpa di Settembrini che ha parlato, se Marco è morto. Nell’esatto istante in cui l’uomo se ne sta andando, dalla porta dell’ingresso irrompe la Ragno: Settembrini dovrà collaborare, tanto è abituato a tradire gli amici.
La puntata si conclude qui: il resto, venerdì prossimo.