{module Pubblicità dentro articolo}
Prende la parola Tinny Andreatta: “La Rai nel momento in cui produce un racconto pensa in particolare ai giovani, soprattutto quando si tratta di valori civili come quello della legalità”. Prosegue il Direttore Antonio Campo Dall’Orto: “Il tema della mafia è un tema delicatoperchè riguarda ferite ancora aperte. Pif ha accettato la sfida di portare in tv ciò che era al cinema con volontà di leggerezza che rimanda al concetto di intrattenimento consapevole”.
Prosegue Pif che inizia con una battuta: “Mentre venivo mi sono preparato un discorso ma ora l’ho dimenticato. Io sono un partigiano, mentre scrivevo il film speravo di fare una serie per arrivare a casa di tutti, anche dei mafiosi e riuscire a prenderli in giro è una vittoria”.
La parola passa al Presidente del Senato Grasso: “Sono venuto tempo fa al cinema trascinato da Pif, per la prima volta dopo 24 anni perchè a quel tempo ero giudice del maxi Processo contro Cosa Nostra. L’ultima volta ero al cinema con mia moglie ed ho sentito una coppia impaurita che non voleva sedersi accanto a me quindi ho deciso di non andarci più. Dopo aver visto il film di Pif ho pensato fosse il più bello sulla mafia. Io ho vissuto le stragi da magistrato e ho lavorato con Falcone e Borsellino, non bisogna consederarli dei miti ma guardarli sotto l’aspetto umano di chi crede nelle proprie idee e va avanti con coraggio. Neanche i mafiosi vanno mitizzati, per questo la mafia va presa in giro”.
Continua il produttore: “La novità è che oggi è pensabile portare un’esperienza cinemotografica ad un livello più qualificato in tv”. Il microfono torna a Pif: “Se riuscirò a camminare a Palermo senza problemi allora per me sarà una vittoria”.
Prende la parola Luca Ribuoli: “Ho avvertito che il tono utilizzato da Pif mi apparteneva quindi sono stato subito pronto poi Pif mi ha lasciato carta bianca, con lui ho girato nelle vie di Palermo e ho visto i luoghi dove sono accaduti gli omicidi che tutti conosciamo”.
Iniziano le domande. “Oggi la mafia è quella dei colletti bianchi, questa serie non rischia di parlare di qualcosa che già si sa?”, risponde Pif: “Per arrivare ad oggi bisogna raccontare quello che è successo ieri”, continua il regista: “Appena ho letto il copione ho capito che trattavo un argomento molto attuale”.
La parola passa agli attori. Anna Foglietta è Pia, un’insegnante precaria “che lotta per la felicità – commenta l’attrice – e vorrebbe una cattedra anche a costo di farsi aiutare dalla mafia, poi è il rapporto con il marito a trattenerla”. Nino Frassica è invece il frate legato alla mafia: “Quando mi hanno offerto la parte in realtà avrei voluto fare il bambino, mi sarei anche tagliato i baffi. Alla fine invece sono il frate, un uomo che recita di essere uomo di Dio ed invece ha rapporti con la mafia locali quindi recito un personaggio che recita”.
Claudio Gioè sarà invece il padre del protagonista “Il mio è lo sguardo dell’uomo comune, darò voce alle persone per bene che hanno avuto il coraggio di dare ai propri figli i valori importanti”. Francesco Scianna è invece Massimo, lo zio del protagonista “Il mio personaggio ha mille sfaccettature, non pensa proprio alla mafia ma per lui gli unici problemi sono causati dalle donne. Quando la mafia lo ingloba lui si trova in una realtà ignorata fino a quel momento dalla quale cercherà di uscire a modo suo”. Valentina D’Agostino è la fidanzata di Massimo: “Sono un personaggio un po’ naif, ignoro o faccio finta di non sapere cosa sia la mafia, per questo mi faccio travolgere dagli eventi”. Angela Curri sarà la sorella del protagonista: “A differenza di mio fratello che si fa mille domande io non mi preoccupo della mafia ma vivo i problemi dell’adolescenza”.
La speranza per Pif è che ci sia una seconda stagione, “tutto è in meno agli ascolti”.
{module Pubblicità dentro articolo}