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“Per interpretare questo personaggio – racconta Alessandro – ho cercato di documentarmi il più possibile sulla storia e sul romanzo di Lucia. Ho messo a disposizione le parti oscure dell’animo umano per capire le motivazioni del gesto di Luca”.
Un vero e proprio attentato che, come poi ha affermato la stessa Annibali nel corso della conferenza stampa, “mi ha cambiato la vita”. Nel 2015, 128 donne non ce l’hanno fatta, uccise brutalmente dal compagno o dal marito. Otto omicidi in meno rispetto all’anno precedente: cifre ancora troppo alte, ma che accendono un briciolo di speranza per un futuro migliore.. I dati del Viminale, poi, parlano chiaro: prima di arrivare a compiere l’atto di aggressione, si sono registrati 6.945 atti di persecuzione, più di 3.000 casi di violenza sessuale e oltre 6000 episodi di percosse.
“Io ci sono” racconta la rinascita di Lucia, la storia di una donna cambiata improvvisamente dopo un terribile agguato. Luca, l’uomo che non accettava la fine della relazione, è sicuramente il personaggio più crudele del film: “Agli uomini voglio comunicare cosa possa essere realmente l’amore. L’idea sbagliata fa riferimento al possesso. L’amore vero parte dal rispetto e dal dare all’altra persona”. Un film che lo stesso Alessandro definisce “intenso, importante e speciale”.
Intanto Alessandro si prepara alle riprese della seconda stagione de “Il paradiso delle signore”, in onda nel corso del prossimo anno.
Per maggiori dettagli vi lasciamo alla nostra intervista video.
Ricordiamo che Lucia Annibali ha rinunciato alla sua professione di avvocato ed attualmente è consulente del Ministero gestito dalla Boschi su un progetto anti-violenza.