{module Pubblicità dentro articolo 2}
E il regista Carlo Carlei, che a Napoli non era mai stato, l’ha vissuta con occhio “vergine”: “Non si tratta solo di produrre qualcosa, ma di un’esperienza di vita. A differenza di altre serie che la raccontano come covo del male, Napoli ti accoglie con la luce. Non ho mai amato tanto un luogo in cui ho girato”.
La parola passa dunque allo scrittore Maurizio De Giovanni, che ha trovato i suoi personaggi “migliorati” rispetto a quelli del libro: “Io racconterò sempre i poliziotti come esseri umani che fanno uno dei lavori più difficili, spesso in condizioni di disagio”. Al momento sono in fase di scrittura altri romanzi, per i quali si prospetta una adattamento televisivo: non una riduzione, sottolinea l’autore, ma “un aumento”.
“Trovo molto importante che la Rai stia attingendo alla letteratura contemporanea per le sue serie. Se il riferimento è alto, allora anche il prodotto ha ottime possibilità di riuscita”, interviene Alessandro Gassmann. L’attore interpreta il cinese, caratterizzato da grande intuito.
“La squadra -approfondisce Carolina Crescentini– è un gruppo di reietti: tutti insieme però, sono una forza. Hanno delle vicende molto forti alle spalle, da cui inevitabilmente sono condizionati sul lavoro: fanno pensieri anche sgradevoli, perché a volte il confine della giustizia è molto labile. Questo però li rende veri”. Infine un pensiero ai poliziotti in sala: “È bello raccontarvi”.
Ancora Gassmann: “Non ci si ferma alla risoluzione di omicidi: si approfondisce l’universo dei personaggi, grazie all’egregia scrittura”. Lojacono, il “cinese” appunto, è un uomo reduce da un matrimonio naufragato: si metterà addosso la maschera del lavoro, però alla fine nascerà un legame particolare con la pm Laura Piras, interpretata dalla Crescentini. La relazione non avrà un iter semplice, dato che tra colleghi non potrebbe esserci alcun tipo di rapporto: la Crescentini non anticipa niente, ma lo lascia intuire.
“Io ho scelto -spiega De Giovanni- di parlare di una Napoli che non è quella della criminalità organizzata, sia perché non ne so abbastanza, sia perché ha un aspetto di contrasti tra i tanti strati sociali che la abitano. Io parlo dei delitti passionali”. Carlei aggiunge: “All’inizio ero perplesso all’idea di romanzi ambientati a Napoli senza toccare l’argomento camorra. Invece poi ho capito che si tratta di una delle tante componenti, la quale condiziona la vita dei cittadini e delle istituzioni”. Poi, chiarisce ironicamente la Crescentini, chi vuole vedere la serie sulla camorra ha già altre serie, sia Sky che Mediaset.
Il pensiero corre al successo di Rocco Schiavone, basato sui romanzi di Antonio Manzini: “Siamo tutti figli di Camilleri: il poliziesco in Italia è il nuovo romanzo sociale, focalizzato sulla realtà di varie parti d’Italia. Io sono un avido fruitore dei romanzi degli amici: consiglio a tutti di leggere Manzini”.
La conferenza stampa si conclude qui, l’appuntamento è per il 9 gennaio in prima serata.