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‘The New Pope’ riallaccia i fili con ‘The Young Pope’. Inizialmente, infatti era stato presentato come la seconda stagione di questa importante serie firmata da Paolo Sorrentino, in realtà il protagonista è un nuovo Papa.
The new Pope, scritto da Sorrentino con Umberto Contarello e Stefano Bises, è la seconda serie del Premio Oscar ambientata in Vaticano. Tutti i nove episodi sono diretti da Sorrentino. La messa in onda è prevista prossimamente su Sky in Italia, in Uk e in Germania.
Il cast, oltre ai due volte nominati agli Oscar Jude Law e John Malkovich, include Silvio Orlando, Javier Cámara, Cécile de France, Ludivine Sagnier, Maurizio Lombardi, già protagonisti in “The Young Pope”. New entry nella serie sono Henry Goodman, Ulrich Thomsen, Mark Ivanir, Yuliya Snigir e Massimo Ghini e le guest star Sharon Stone e Marilyn Manson.
Alcune anticipazioni sulla trama
«Pio XIII è in coma. E dopo una parentesi imprevedibile quanto misteriosa, Voiello riesce a far salire al soglio pontificio Sir John Brannox, un aristocratico inglese moderato, affascinante e sofisticato, che prende il nome di Giovanni Paolo III. Il nuovo papa sembra perfetto, ma cela fragilità e segreti.
Capisce subito, inoltre, che sarà difficile prendere il posto del suo carismatico e illustre predecessore, mentre in Vaticano, Voiello fatica a gestire una Chiesa aggredita da scandali – che rischiano di travolgere in modo irreversibile le alte gerarchie – ma anche da minacce esterne. Sofia ed Esther si rivelano molto diverse da quello che appaiono e il cardinal Gutierrez continua a combattere contro le sue contraddizioni. Alcuni fedeli, poi, cominciano a idolatrare Pio XIII che, dal suo letto di ospedale, inizia a lanciare strani messaggi. Fino a quando…» (dalla sinossi ufficiale).
Alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia sono stati presentati gli episodi 2 e 7.
Ecco la conferenza stampa di presentazione della serie con le dichiarazioni degli intervenuti
Si comincia dando la parola ai produttori perché è “importante sottolineare l’unicità di questo progetto nato internazionalmente”, ha tenuto a sottolineare la moderatrice Alessandra De Luca.
Nicola Maccanico (produzione Sky): la chiave è proprio questa di un lavoro che nasce in Italia e poi si amplia. C’è un parallelismo tra la costruzione economica e quella artistica.
Francesca Orsi (HBO): non c’è niente che tocchi Paolo Sorrentino che non sia incredibile. Lui era la scelta ovvia da compiere.
Lorenzo Mieli (Fremantle): quattro anni fa avevo proposto a Paolo di portare il suo cinema in televisione e sono contento di ritornare alla Mostra del Cinema di Venezia.
Iniziano le domande
Cosa dobbiamo aspettarci dai vostri personaggi?
Ludivine Sagnier: il mio personaggio era un simbolo di purezza e fede, abbiamo voluto farlo evolvere in un modo più cupo.
Javier Cámara: per me girare a Cinecittà dove ha lavorato Fellini è stato un sogno.
Cécile de France: Sofia era un personaggio molto semplice, nella seconda stagione è più complessa, scopriremo la sua vita privata. Il suo entusiasmo è volto al bene della Chiesa, sviluppiamo l’amicizia con Voiello e col nuovo Papa.
Silvio Orlando: sono entrato un po’ da clandestino in questo cast internazionale, poco alla volta ho acquistato fiducia. Mi sembra che in Tre New Pope il personaggio è sbocciato, come al solito Paolo Sorrentino ti dà degli spartiti da suonare meravigliosi. Tutto questo però ti porta a uno stato di ansia incredibile, ma è una grande occasione.
Jude Law: effettivamente quando eravamo con The Young Pope alla Mostra del Cinema, Paolo ha avuto un’idea incredibile proprio sul mio personaggio. È stato interessante recitare la complessità di Lennie ed esplorare la presenza di altri poteri.
Per John Malkovich: qual è il mondo di Sorrentino?
Io recito il nuovo nuovo Papa. Avevo visto The Young Pope (che avevo apprezzato) e molti dei precedenti lavori di Paolo. Mi incuriosiva moltissimo esplorare la religione e il Vaticano. Paolo ha un grande senso della geografia ed è uno scrittore brillante. A mio parere questa serie affronta la voglia della gente di credere in qualcosa.
A Sorrentino: cosa c’è di unico e speciale negli attori scelti?
Tutti gli interpreti non sono solamente bravi, ma anche buoni. Come diceva Carmelo Bene: «non servono attori bravi, ma capaci di andare fuori di sé» e loro vanno proprio in questa direzione.
Per Jude Law: qual è la maggiore sfida per lei: essere Papa o un mago?
Entrambi i ruoli offrono sfide diverse, vari ambiti da investigare. Come denominatore comune hanno il potere e tanto dipende dal regista a cui ci si affida e in ambedue i casi sono stato fortunato.
Per Sorrentino: cosa c’è di così sacro nel nudo maschile?
Il nudo è molto ben distribuito nel corso degli episodi. C’è sia sulle donne che sugli uomini.
Per il regista: potrebbe approfondire il suo lavoro con il direttore della fotografia Luca Bigazzi?
È un rapporto così antico e infatti riusciamo a comprenderci senza parlarci.
Come mai ha scelto di girare a Venezia?
Sorrentino: secondo la mia teoria la vita è breve per cui bisogna girare solo in posti belli.
Per Jude Law: com’è stata la scena con lo slip bianco?
C’è una scena dove indosso un tovagliolo ed è il costume più piccolo che abbia mai indossato.
Saranno approfondite le tematiche del fondamentalismo e dei migranti viste negli episodi?
Sorrentino: in questa serie si affrontano le relazioni tra il Vaticano e l’esterno. La visione parziale dei due episodi non rende giustizia al prodotto. Non ci si concentra sul fondamentalismo islamico, ma su tutti i fondamentalismi e rischi annessi. Non posso essere più diretto altrimenti rivelerei degli sviluppi narrativi.
Sorrentino, preferisce scrivere o girare?
È difficile tutto. La sintesi si ottiene con la capacità di realizzare un grande lavoro collettivo.
A un certo punto, durante gli episodi visti, abbiamo ascoltato una battuta molto forte: «gli attori devono avere il coraggio di ritirarsi dalle scene». Law, Malkovich e Sorrentino, cosa ne pensate?
Law: mi piace l’idea che questa professione possa andare avanti per sempre. Rispetto qualsiasi attore che voglia fare un passo indietro.
Malkovich: concordo con Jude. Non sono Frank Sinatra.
La conferenza stampa si conclude qui.