Elio Germano è Saturnino Manfredi, appunto “in arte Nino”.
Apre Tinni Andreatta, direttrice di Rai Fiction: “Questo è un romanzo di formazione, racconta gli anni dal ’39 al ’59: dal ricovero al Forlanini per Tisi, fino al debutto di Canzonissima. La sua umanità, la sua forza ed ironia, che gli permettono di guardare sempre avanti: sono qualità tutte italiane, caratteristiche del periodo del dopoguerra. Elio Germano ha dato il meglio della sua capacità mimetica, a cui si aggiungono le musiche da favola di Piovani”.
Federico Scardamaglia, produttore dichiara che si tratta di un progetto accarezzato a lungo: “Il nostro è un tenero sforzo per omaggiare non solo un grandissimo a cui la tv deve tantissimo, ma anche di ricreare un mondo passato. Stiamo pensando alla trasposizione di altri personaggi, proprio come omaggio a qualcuno a cui tutti dobbiamo qualcosa”.
Interviene Luca Manfredi, che inizia ringraziando il cast. “innazitutto Elio: mi ha seguito in questa avventura, e se non fosse stato per lui, posso dire che questo film non ci sarebbe stato”. “Nino -prosegue- non è nato con il sacro fuoco della recitazione: l’ha scoperto strada facendo, grazie a incontri ai tempi dell’università. Ha poi portato avanti un mestiere studiando, sfruttando una qualità innata: l’ironia. Questo non è un film celebrativo, ma la storia di un ragazzo della Ciociaria che con la sua tigna ce l’ha fatto”.
È il turno di Elio Germano: “Un progetto è nato con una grande volontà della Rai, la regia di Luca era la garanzia che non ci fosse un obiettivo speculativo. Questo sarebbe il prequel della saga di Manfredi, parlando in termini moderni: è importante raccontare da dove viene questa specie di marziano che vediamo in tutti i film. Questo approccio alla vita, forse di un’epoca passata, appartiene ancora a molti di noi: questa è la storia di qualcuno che ha ceduto al suo aspetto meno edificante, dato che la famiglia lo voleva avvocato. Lo abbiamo raccontato un po’ come un Pinocchio che cede al paese dei balocchi: non torna alla retta via, dà sfogo all’aspetto meno piacevole per la famiglia. L’altra caratteristica, è quella di un uomo che ha sconfitto, la fame, la guerra e le privazioni con l’ironia”.
Miriam Leone, Erminia Manfredi nel film, dichiara di aver avuto una grande responsabilità: “Lo abbiamo fatto come un grande atto d’amore verso Nino, uno di quei fari che ti illuminano sulla strada verso questo mestiere. Erminia è un’ispirazione: è vero che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”.
Infine lo sceneggiatore: “Tutto il cast è stato partecipe di questo bel racconto”. E naturalmente qualche scongiuro, o almeno una richiesta di benedizione allo stesso Nino: il film infatti, andrà a scontrarsi con la corazzata del Grande Fratello.
Luca Manfredi svela che il padre veniva ritenuto un “orologiaio” per la precisione con cui si preparava: “Elio è molto simile a Nino in questo. Per immedesimarsi il più possibile, è andato a intervistare solo 90ennni, perché voleva sapere come si parlava il ciociaro autentico”.
Riguardo alla programmazione, la Andreatta spiega che il lunedì è il giorno dedicato dalla Rai ai grandi eventi: “Il film su Nino è da un’altra parte rispetto a quello che c’è sulla concorrenza, sono due prodotti completamente diversi”.
Molti gli aneddoti trasposti in video: è come se le battute che ha pronunciato, fossero parte della sua vita. Trovava sempre un pubblico: era se stesso sia con gli altri che con il suo pubblico, per lui non era lavorare. Recitare e vivere, chiarisce l’autore era la stessa cosa.
La conferenza si conclude qui, l’appuntamento è per lunedì 25.