È la solita, vecchia storia: la rassicurante provincia che cova mostri e, di colpo, mostra il suo aspetto oscuro. Una provincia accogliente che, da materna, diviene matrigna. E San Benedetto del Tronto bene si presta al ruolo.
“Lavorare, lavorare, lavorare: preferisco il rumore del mare”: chiunque passi da San Benedetto del Tronto non può non imbattersi nel monumento di Ugo Nespolo. Un’attrazione per i turisti; un motto per i sanbenedettesi, per cui il mare è vita e lavoro.
Lo è per il porto che evoca suggestioni, il mercato del pesce all’alba, la processione in mare. Per il turismo di chi arriva nella cittadina marchigiana in cerca di divertimento. I locali sulla spiaggia li vediamo anche nella serie interpretata da Incontrada e Giuseppe Zeno, cartolina di un posto dove la vita esplode in estate.
Numerose le sculture moderne presenti sulla passeggiata del lungomare: tra le più note, il Monumento al pescatore e quello al gabbano Jonathan Livingstone. Tutto percorribile in una lunga pista ciclabile che unisce la vicina Porto D’Ascoli, passando appunto per San Benedetto del Tronto, fino a Grottammare e Cupra Marittima.
Nella fiction le riprese dall’alto sono numerose, con le palme sempre protagoniste. Una cittadina di mare, a cui la serie Rai ha dato un volto cupo per adattarsi a una storia di ragazzine scomparse, misteri, personaggi dai tanti segreti.
Le palme continuano, Scomparsa risale la costa fino alla contigua Grottammare. Sempre seguendo la Statale Adriatica, per tutti la “Nazionale”, risalendo verso nord. Anche qui bar, ristoranti, locali per ballare sul lungomare: e palme, naturalmente.
Ma sia San Benedetto del Tronto che Grottammare hanno anche angoli più caratteristici da visitare: i “paesi alti”, cioè il centro storico. In entrambi è possibile riconoscere i tratti dell’antica città, con i vicoli e le cinta murarie. Di San Benedetto poi è simbolo il Torrione, torre che completava il castello della famiglia Gualtieri e costruita a fine del 1400.
Continuando il viaggio nei luoghi di Scomparsa, la Sentina. Si tratta dell’area a nord della foce del fiume Tronto, ricca di specie vegetali e animali a rischio. Là dove il commissario Zeno effettua le ricerche in aperta campagna, c’è una vera oasi naturale.