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La linea verticale | Episodio quinto
Luigi si risveglia dalla convalescenza attorniato dai dottori Rapisarda (Federico Pacifici), Barbieri (Ninni Bruschetta) e Policari (Antonio Catania), che lo invitano a non preoccuparsi e a rimaner tranquillo.
Nel mentre i compagni di stanza Amed (Babak Karimi) e Peppe (Gianfelice Imparato) annunciano a Luigi la presenza, alquanto ansiogena, del sostituto frate di Don Costa (Paolo Calabresi): il temibile e logorroico frate (Tony Renelli), il cui sguardo non va mai incrociato.
Luigi rivede poi sua moglie Elena (Greta Scarano), chiedendole – in uno stato di ansia febbrile – se ci sia qualcosa che non va e che non gli hanno voluto dire. Dopo esser stato rassicurato dalla moglie, Luigi – suo malgrado – apre gli occhi incrociando proprio lo sguardo del tanto minaccioso frate, che – tanto per rompere il ghiaccio – inizia a parlare ininterrottamente, come se il silenzio fosse il più ostico dei nemici d’ogni cancro.
Finalmente a Luigi tolgono il drenaggio e il catetere, portandolo in carrozzina dinnanzi alla porta in cui dovrà fare la prima TAC post-operatoria. Dopo diverse ore un medico appare aprendogli la porta. Finita la TAC Luigi sta male, soffre, è depresso. In un momento di assoluta e straziante empatia, Amed protende la mano verso di lui, stringendola e infondendogli coraggio.
La linea verticale | episodio sesto
In Italia sono 51 i soli programmi televisivi dedicati alla cucina, così esordisce la voce narrante di Luigi presentando l’episodio più enogastronomico di questa prima serie de La Linea Verticale. Sicché, proprio parlando di cucina, ad Amed torna alla memoria la ragazza del vitto.
Raccolti attorno all’attore iraniano sono in molti: c’è Luigi con Peppe (compagni di stanza), una dottoressa e altri malati del reparto capeggiati dallo pseudo dottore Marcello (Giorgio Tirabassi). Proprio a quest’ultimo Amed si rivolge tra l’invasato e il persuasivo: Tu mangi male, hai sempre mangiato male… Da oggi in poi devi diventare vegano. Intimidito, sulle prime, Marcello indietreggia, ma all’ennesimo invito perentorio del suo sodale convalescente, cerca il suicidio gettandosi dalla finestra della stanza di Luigi che regge (senza grossi sforzi) l’urto dello pseudo dottore proprietario di una trattoria sull’Ostiense.
Luigi ha poi una visione, sogna d’esser sdraiato sul letto di un’agoterapeuta cinese decisamente sadica. Si risveglia da questo incubo, sotto lo sguardo vigile e sereno di un Amed che sul letto cerca sempre di star ritto e mai sdraiato. Devi vivere in asse, dice Amed a Luigi, centrato, come su una linea verticale. Orizzontale sei morto, verticale sei vivo. Dopodiché Marcello rientra nella stanza di Luigi e Amed e, evidentemente commosso, spiega loro quanto sia legato alla cucina, agli odori e, soprattutto, a quel tagliere in legno ereditato dalla nonna in cui era solito cucinare ogni sua pietanza. Infine fa la sua apparizione la Caposala (Alvia Reale). Senza fronzoli, né peli sulla lingua, va diretta verso Luigi dicendogli: Domani saranno pronti i risultati del tuo esame istologico. Come saranno andati?
La Linea Verticale | ascolti
In leggero calo rispetto alla settimana precedente, gli episodi terzo e quarto de La Linea Verticale si sono comunque attestati su un discreto 6.2 % di share con 1.483.000 telespettatori. Un risultato accettabile, considerata la collocazione del sabato sera.