Il Cacciatore | 4 aprile 2018 | Cacciatori
L’episodio si apre con Leoluca Bagarella che, essendo in lutto, decide di sospendere la guerra di mafia tra i clan. L’evento però sembra avere soltanto una durata momentanea. Ciononostante il periodo di tranquillità permette a Tony (Paolo Briguglia) di dedicarsi ad una nuova attività. Infatti riuscirà ad aprire una boutique di abbigliamento insieme a Tullio Cannella. Il nuovo store vende soprattutto jeans e pantaloni di vario genere. L’inizio è alquanto difficoltoso, ma basta poco tempo perché l’attività riesca a ritagliarsi uno spazio proprio nel mondo del commercio legato ai vestiti.
Nel frattempo il pm Massa comincia ad indagare su Pasquale Di Filippo (Dario Aita). Si tratta di un padrino che gestisce la zona di Corso dei Mille a Palermo. Questa parte della città si trova proprio vicino a quella controllata da Bagarella. Saverio Barone nel corso delle sue indagini riesce a mettere le mani su una serie di documenti riservati e ad un certo punto trova il nome di Lucio Raja. Si tratta del docente che lo ha istruito nell’arte della caccia quando era ancora un ragazzino. A questo punto l’inchiesta investigativa di Saverio Barone si divide in due faldoni. Però questa spaccatura durerà pochissimo perché viene subito a galla una verità sconvolgente: Lucio Raja sta aiutando Di Filippo nella sua latitanza.
Il Cacciatore | 4 aprile 2018 | Eredità
Saverio Barone ha messo sotto sorveglianza Di Filippo. Nella ricerca del covo dove si nasconde viene aiutato dalle forze di polizia che indagano notte e giorno. Alla fine il rifugio sarà finalmente trovato. Quando i poliziotti vi entrano, riempiono il covo di cimici e spie nascoste. La speranza è di poter riuscire a sapere qualcosa di interessante che possa condurli a trovare anche il latitante Leoluca Bagarella.
Intanto Don Luchino, come viene chiamato Bagarella, decide di interrompere il lutto e ordina immediatamente di far assassinare un “dipendente” di Giovanni Brusca. Tutto questo perché ha scoperto che l’uomo è un traditore e riferisce alcune importanti informazioni alla polizia. Nonostante Giovanni Brusca non sia d’accordo con Don Luchino alla fine deve necessariamente accettare la decisione del boss.
Quest’ultimo comincia a guardare con fiducia al suo futuro. Dopo l’arresto del cognato Totò Riina, finalmente intravede per lui la possibilità di potersi fare strada ancora di più e scalare le posizioni della Cupola, fino ad arrivare in cima.
Il boss grazie alla tecnica delle estorsioni è riuscito a costruire una villa imponente.