Lo Squadrone | anticipazioni terza puntata
La puntata di questa sera ha per titolo Polsi, il Santuario della ‘Ndrandgeta. Vengono raccontate le celebrazioni che si sono svolte all’interno del luogo sacro dove sono state distribuite persino le cariche da assegnare all’interno delle famiglie della ‘Ndrangheta chiamate ‘Ndrine. La scelta di questo Santuario ha un significato. Infatti si trova tra i monti di una vallata dell’Aspromonte situato nella frazione di Polsi in provincia di Reggio Calabria. Proprio l’inaccessibilità del luogo sacro a 865 m, è un simbolo della stessa inaccessibilità della ‘Ndrangheta.
Il Santuario è anche un luogo con una consistente presenza di pellegrini che provengono da tutta la provincia di Reggio Calabria e persino da Messina. Essendo dedicato alla Madonna, è estremamente amato ed è stato scoperto anche da molti registi che vi hanno girato scene dei propri film. Uno per tutti i film “Aspromonte” di Hedy Krissane regista italiano di origini tunisine.
Il documentario che vedremo questa sera mostrerà molte immagini dell’interno del Santuario e seguiremo anche la celebrazione di alcune liturgie come sono state seguite, in passato, dai rappresentanti della ‘Ndrangheta.
Non è un caso che un luogo sacro sia associato alla delinquenza organizzata. D’altronde sia mafiosi, che camorristi, che esponenti della ‘Ndrangheta, a modo loro ostentano un forte legame con la religione.
Inoltre i telespettatori assisteranno ad una difficile operazione notturna. Lo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria realizza un rastrellamento nel piccolo centro di San Luca. Qui vengono effettuate perquisizioni nelle case degli affiliati alla ‘Ndrangheta e vengono confiscate le cosiddette vacche sacre: si tratta di animali di proprietà degli ‘ndranghetisti che attraverso una sorta di transumanza selvaggia, impongono con la forza il proprio predominio sul territorio. In altre parole le vacche degli esponenti della mafia vanno a pascolare nei campi che non sono di loro proprietà ma appartengono ad altri. Qui vengono lasciate allo stato brado e nessuno può ribellarsi perché potrebbero subire la vendetta dei delinquenti locali.
Il documentario ci spiegherà anche l’origine di questo fenomeno che risale al 1971. Due ‘Ndrine a quel tempo erano nemiche e la lotta per fronteggiarsi era così accanita che non avevano tempo di curare il proprio bestiame lasciato libero di pascolare allo stato brado ovunque si trovasse. Nessuno tra la popolazione prese mai provvedimenti o cacciò gli animali dal proprio territorio per timore di ritorsioni.
Nell’ultima parte del documentario seguiremo la ricerca di un altro latitante.