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Allegiance è l’ultima serie spionistica tra le tante ispirate da un format israeliano di cui “Homeland” è stata la capostipite.
Il serial in questione prende spunto da “Ta Gordin” di Ron Leshem. La singolarità è rappresentata dal fatto che una cellula dormiente russa è formata da una famiglia all’interno della qaule un membro è all’oscuro delle reali intenzioni dei parenti stretti e, oltretutto, costui lavora alla CIA.Un intrigo singolare che sfocia in situazioni imprevedibili e piene di adrenalina. Questa è la curiosa famiglia che si divide tra spionaggio russo e americano.
Katya O’Connor (Hope Davis) è una spia russa che non è più in attività. Il padre, generale del KGB, l’ha reclutata all’età di 17 anni.
Mark O’Connor (Scott Cohen) è un uomo d’affari americano assoldato in segreto da Katya per attività spionistiche sovietiche.
Alex O’Connor (Gavin Stenhouse) è un analista della CIA del tutto all’oscuro delle trame spionistiche della sua famiglia.
Natalie O’Connor (Margarita Levieva) è impiegata da quando ha 20 anni presso il SVR (Sluzhba Vneshney Rrazvedki), il servizio segreto russo. Il nome della serie avrebbe dovuto essere differente. Infatti, originariamente il titolo avrebbe dovuto essere “Coercion”.
La scritta in russo che compare nella sigla iniziale, più che “Allegiance”, significa letteralmente “Devotion”.
Le riprese si sono svolte tutte tra Philadelphia e New York.
Giancarlo Esposito, attore noto lanciato da Spike Lee nei suoi film, recentemente in tv con “Breaking Bad”, “Revolution” e “Once Upon A Time”, si distingue nel seriel per interpretare tre ruoli differenti.
Ecco quanto ha scritto Brian Lowry su “Variety”: “rispetto a ‘The Americans’ le vicende si attualizzano e il racconto viaggia costantemente e pericolosamente su due binari, quello spionistico e quello familiare. Come riesca a funzionare la bilancia tra i due pesi, risulta determinante per il buon impasto. Più interessante, forse, il focus sugli strascichi lasciati dall’ex KGB sul nuovo SVR, visti con gli occhi degli americani”.