La squadra di Rai 3 dedica una buona parte del day time pomeridiano al Tour de France. Con ben tre trasmissioni, la terza rete segue la gara e ne racconta protagonisti e vicende. Si inizia con il “Tour in diretta” – condotto da Alessandra De Stefano – che lascia poi spazio alla gara ed al “Tour all’arrivo”. Al termine della tappa c’è poi il “Processo al Tour“, che analizza nello specifico il percorso del giorno e le performance dei corridori.
La Rai si distingue nel narrare il ciclismo, non per la sua spettacolarità dell’immagine, ma perchè – come è accaduto per anni con 90°minuto per il calcio – le trasmissioni che si occupano di questo sport, lo spiegano e cercano di attirare gli spettatori raccontando le storie, gli aneddoti e le tappe, come farebbe un vecchio amico, un papà o un nonno. Questo non vuol dire che l’approccio Rai sia noioso, ma sottolinea anzi come il ciclismo in Italia sia sempre stato raccontato come una grande storia e non solo come uno sport.
Il Tour de France è più spettacolare del Giro d’Italia, quindi la Rai in questa competizione deve darsi un tono più internazionale.
Alessandra De Stefano negli ultimi anni – dopo una lunga gavetta da inviata – si è consolidata come conduttrice di riferimento per il ciclismo Rai, sia perchè è molto preparata in materia sia perchè ha consolidato molti rapporti nel settore nei suoi anni sul campo.
Alessandro Petacchi, ex ciclista (velocista), ormai veste i panni del commentatore e riesce bene perchè conosce molti corridori (suoi ex compagni) e ne regala ritratti inediti. E’ molto tecnico nei suoi giudizi e si vede che in passato ha vissuto questa esperienza ed è stato un grande ciclista. Gli inviati sono il pezzo forte delle prese in diretta del Tour della Rai: l’inviato su strada, Andrea De Luca – che riporta gli umori delle squadre e delle auto che riforniscono i ciclisti – e le due voci guida storiche Francesco Pancani e Silvio Martinello.
Pancani con il suo timbro caldo e profondo, narra aneddoti come fossero favole d’altri tempi. Per esempio nella tappa del 14 Luglio – con arrivo ad Amiens – ha raccontato la storia della cattedrale della città e la leggenda legata alla sua costruzione, oppure sempre durante la stessa frazione di gara, ci ha parlato della tappa di Roubaix del 2014 quando Nibali arrivò terzo e conquistò la maglia gialla per il ritiro di Fromme, caduto sul pavè cittadino. Silvio Martinello invece è la voce tecnica, che ci spiega gli atteggiamenti che il ciclista dovrebbe tenere durante la gara (in una delle ultime puntate ci ha ad esempio detto che durante l’arrivo di Roubaix i ciclisti non possono usare i freni a disco visti i 4 km di pavè).
Una nota di merito per i due commentatori è senza dubbio che in questo Tour de France 2018 hanno ricordato e ricordano più volte il fatto che questo anno ricorrono i 20 anni dalla vittoriosa impresa di Marco Pantani al Tour de France 1998.
Un’idea originale per riempire i buchi che ci sono necessariamente durante una diretta ciclistica è la rubrica di Beppe Conti, un almanacco che raccoglie curiosità legate ai ciclisti. La voce di Conti – come in un audiolibro – subentra al commento tecnico e mentre continuiamo a vedere le immagini della gara scopriamo particolari inediti della vita e della storia dei corridori. Può piacere o non piacere, vista la tecnologia e la spettacolarizzazione sempre più presente anche nello sport, ma la Rai per il ciclismo vuole mantenere quel romanticismo partito dagli anni’50, che ha raccontato anni di imprese, sudore e drammi di questi fantini delle montagne.