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Una cerimonia che ha rischiato di saltare a causa del forte maltempo, spiegano i due cronisti Franco Bragagna ed Eugenio De Paoli. Ad essere ancora a rischio, i fuochi d’artificio. Intanto, si fa il punto della situazione: per il Sud America si tratta delle prima Olimpiadi che vi si svolgono.
Lo spettacolo parte, con tanto di giochi pirotecnici: il segnale però si blocca subito. Lo stadio del Maracanà si popola presto di ballerini e ritmi brasiliani: la coreografia esordisce, vista dall’alto, ricreando la sagoma del Cristo Redentore che veglia sulla città.
La cerimonia prosegue con un artista locale di cui al pubblico non viene detto il nome, quindi l’inno cantanto da un giovane coro; sul palco alcuni rappresentanti militari. Da sottolineare le fastidiose interruzioni pubblicitarie per chi segue su Rai Sport: gli spot troncano brutalmente persino l’inno brasiliano. Nel frattempo, il blackout alla centrale televisiva, zittisce per diversi minuti Bragagna e De Paoli.
Al ritmo di “Ticu Ticu” fanno il loro ingresso i rappresentanti sportivi delle federazioni, tutti con le loro coloratissime bandiere: per l’Italia c’è Daniele Lupo. La Grecia è la bandiera in testa, in quanto madre dei giochi, sia antichi che moderni. Ecco ora gli “eroi” delle Olimpiadi, annunciano nel Maracanà: gli atleti, che arrivano festosi sulle note della samba. L’atmosfera è gioiosa, com’era da aspettarsi da un paese qual è il Brasile.
I cronisti Rai si riappropriano del loro ruolo, informandoci sugli “orpelli” conquistati dagli italiani, sul fatto che oggi Usain Bolt compia 30 anni e che in inglese, predestinato già dal cognome, “bolt” significhi fulmine. Questa è la 31esima Olimpiade. Si commenta l’esito dei giochi: la manifestazione è servita a far costruire due nuove linee metropolitane, e tutto sommato, dicono le due voci Rai, il Brasile ha saputo fronteggiare i problemi che gli si ponevano davanti.
Nel Maracanà è festa totale: non solo il corpo di ballo, ma gli stessi atleti sono in piena festa dopo le fatiche degli utlimi giorni: scattano selfie, salutano le telecamere, salgono in spalla ai compagni. Curiosamente, di italiani se ne vedono davvero pochi: è diffile riconoscere la nostra divisa nelle inquadrature. Mano a mano, spuntano gli impermeabili.
La cerimonia prosegue all’insegna della musica: i protagonisti di Rio 2016 non fanno che esultare, sembra quasi di essere all’ultimo giorno di scuola. Il palco è stato allestito in tempo record: una sola notte, per via delle finali di calcio. Di conseguenza, anche il tempo per le prove è stato poco.
Alle due di notte termina la “ricreazione”: lo spettacolo riprende. Tra balli e performace canore, si racconta il Brasile passando attraverso coreografie ispirate a varie epoche storiche e dal concetto di “saudade”, la dolce nostalgia verso la propria terra.
Lo spettacolo andrà avanti fino alle 3.20 del mattino, riservando uno spazio per un passaggio di testimone al Giappone. Nel paese del Sol Levante infatti, si svolgeranno le prossime Olimpiadi del 2020, e il Giappone metterà in scena un’anticipazione di quanto vedremo nella sua capitale. Prima però, la premiazione con la consegna ufficiale delle medaglie.
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