L’inizio è stato segnato da nomi altisonanti come Valentino Rossi, Federica Pellegrini, Ronaldo, Paolo Rossi, Davide Astori, Lance Armstrong, Francesco Totti, Tiger Woods e Jonathan Bachini. Per ciascuno, sono state proposte interviste, racconti dedicati e filmati realizzati o recuperati appositamente per parlare delle loro luci ed ombre.
Un piccolo esperimento per la rete diretta da Sebastiano Lombardi, riuscito per alucni versi, meno per altri. Lo stile articolato di Giampiero Mughini si è mostrato in una versione messa a punto in maniera adeguata: ricco ma puntuale e non dispersivo, evocativo e tratti letterario però non astruso, incisivo eppure pacato.
La formula del programma non è così rivoluzionaria, prende molto da un racconto dello sport che dai tempi di Sfide ha ormai fatto scuola e si trova piuttosto di frequente. Tuttavia, mantiene una sua efficacia e questa prima puntata pare confermarlo, seppur favorita dalla scelta di personaggi tra i più grandi di sempre in ambito sportivo.
Il difetto di Quelli della Luna è stata l’esiguità di materiale davvero inedito sui personaggi di cui si parlato. Se sulla storia di Jonathan Bachini, ad esempio, abbiamo avuto modo di scoprire dettagli di cui si sapeva poco, raccontati per di più dal diretto interessato, non è successo lo stesso per quasi tutti gli altri. Il montaggio e i contributi degli intervistati (per lo più giornalisti) hanno garantito comunque un ritmo discreto e una certa capacità di tenere desta l’attenzione.
Giampiero Mughini è all’esordio in una conduzione di questo tipo ed ha voluto il titolo Quelli della Luna perché aperto a molte letture.
Innanzitutto, Mughini ritiene le gesta degli Astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin – protagonisti del primo sbarco sulla Luna, di cui ricorre il 50esimo anniversario il 20 luglio prossimo – quelle di due veri sportivi, capaci di fare la storia come Maradona.
Inoltre, le imprese di molti uomini e donne di sport vengono spesso definite “lunari”, per rimarcare la loro grandezza, l’eccezionalità da cui ne derivano connotati extraterrestri. Ma tanti campioni sono spesso vittime anche di debolezze e fatalità che ne compromettono il compimento del talento, quello che diventa il lato oscuro della Luna, appunto.
Di seguito potete ripercorrere la diretta della prima puntata di Quelli della Luna.
In apertura, Giampiero Mughini ribadisce la grandezza dei due astrnauti protagonisti del primo sbarco sulla Luna. Due campioni, protagonisti di un’impresa che si è sostanziata di uno spirito prettamente sportivo.
Poi, introduce il racconto dedicato a Federica Pellegrini, la nuotatrice italiana più grande di tutti i tempi. Sarà protagonista dei Mondiali di Nuoto in corso in Corea del Sud fino al 28 luglio.
Ne parlano la madre, Cinzia Lionello, l’ex nuotatore e commentatore di RaiSport, Luca Sacchi, e la psicologa Stefania Andreoli.
A 21 anni la Pellegrini era già una delle più grandi campionesse italiane. Ha cambiato più volte pelle e ancora oggi è tra le atlete di punta del nostro sport. Eppure, nella sua carriera ci sono stati momenti non poco complicati, spesso vissuti nella più totale riservatezza, al limite della solitudine.
Sono passati sedici anni dalla sua prima medaglia olimpica e le Olimpiadi di Tokyo 2020, a 32 anni, saranno il suo prossimo grande obiettivo, forse quello conclusivo della sua carrirera a grandi livelli.
Il protagonista successivo è l’ex calciatore livornese Jonathan Bachini. A 24 anni era stato già convocato dalla Nazionale di Dino Zoff e sembrava destinato ad una grande carriera con la maglia della Juventus, sulle fasce del campo.
Ma nella sua vita, ad un certo punto, è entrata la cocaina e la Luna si è fatta nera. Una serie di passi falsi con la droga lo hanno portato alla radiazione e all’emarginazione dall’ambiente calcistico.
Lo racconto lui stesso in un’intervista franca, ammettendo gli errori e la leggerezza con cui si è lasciato risucchiare fino a distruggersi la vita.
Parla con amarezza di come sia stato emarginato da tanti che credeva fossero suoi amici. “Trattato come un appestato, come se fossi stato il Totò Riina del calcio”, dice. Uno dei pochi a rimanere al suo fianco fu Roberto Baggio, suo compagno di squadra al Brescia.
Ora Bachini è un operaio e dice di essere molto felice, sereno, insieme anche alla compagna Sabina Faticoni. Ma non abbandona del tutto i sogni calcistici: vorrebbe prendere il patentino e allenare.
Tra i più grandi sportivi italiani di tutti tempi, c’è senz’altro anche Valentino Rossi. Il campione di Tavullia ha segnato la storia del motociclismo, una disciplina che non sarebbe stata la stessa senza di lui, “Anche se gli anni passano per tutti le sue stagioni si sono fatte complicate”, come dice Giampiero Mughini.
Lo raccontano Alessio “Uccio” Salucci – amico fraterno e inseparabile spalla nei box durante le gare – il giornalista Giorgio Terruzzi e il Direttore di SportMediaset, Alberto Brandi. Proprio Brandi ricorda divertito di quando Rossi si improvisò conduttore di Studio Sport nel ’97, appena dopo aver vinto il suo primo Mondiale della Classe 125.
Un asso leggendario del suo sport, una personalità eccentrica quanto riservata per tanti spetti. “Sul suo casco ci sono sia il sole sia la luna, lui ha una parte espansiva e un’altra difficilmente accessibile e riservata”, sottolinea Giorgio Terruzzi. A 40 anni per lui le cose si sono fatte difficili nel Motomondiale, ma quando è protagonista in pista, la gara si accende in maniera unica. “Deve ancora scrivere il suo epiologo sportivo, e non è detto che non sia glorioso”, chiosa Mughini in chiusura.
Subito dopo, il conduttore annuncia la pubblicità in modo alquanto singolare: “Rimanete qui, non andate a nuotare nell’oceano di sterco televisivo“.
Paolo Rossi è per tutti “Pablito”, dopo esser stato protagonista indiscusso dei Mondiali di Spagna del 1982.Nonostante fosse tra gli attaccanti più promettenti, arrivava all’evento da un periodo complicato, segnato dalle accuse legate al calcio scommesse – da lui sempre rigettate – per le quali subì due anni di squalifica.
Ne parlano MinoTaveri, Alberto Brandi e Bruno Longhi di SportMediaset, ma lo racconta anche lui stesso. “Ho subìto un’enorme ingiustizia, una squalifica di due anni per aver parlato un minuto con la persona sbagliata”, dice.
Tuttavia, come racconta Luigi Garlando de La gazzetta dello Sport, la fiducia dell’allenatore Bearzot gli permise di diventare la star dei mondiali di Spagna. Non solo i gol in sé ma il modo in cui arrivarono, lo fecero diventare un’idolo a livello planetario, ancora oggi protagonista di immagini indelebili. “La notte della vittoria ai Mondiali non si verificarono rapine. L’unica altra volta che si verificò fu durante l’allunaggio del ’69”, conclude Mughini.
Tra la fine degli anni ’90 e la prima decade dei Duemila, Tiger Woods ha rivoluzionato il golf. Ha vinto più di tutti e nella maniera più talentuosa possibile, battendo ogni record e cambiando uno sport nel quale i neri erano fino a quel momento considerati poco più che assistenti dei golfisti bianchi.
Fino a quando non è caduto vittima della dipendenza dal sesso ed è stato fermato più volte in stato d’ebbrezza. È stato chiamato in causa per 137 test di paternità, lasciato dalla moglie e abbandonato dagli sponsor. Nel giro di qualche anno ha risalito la china, tornando sul prato di nuovo da protagonista, anche se con una luce più sbiadita.
Francesco Totti è tra i campioni italiani più complessi da descrivere. Il legame tra lui, l’A.S. Roma e la città di Roma è difficilmente replicabile a parole, in quanto a sfaccettature, intensità e profondità. Un talento cristallino apprezzato in tutto il mondo al pari dei più vincenti di sempre, anche se la sua bacheca dei trofei non è ricchissima. I colpi, l’estro, il modo di esprimersi con la palla e senza ne hanno fatto un campione unico, inconfondibile.
Ha giurato amore eterno all’A.S. Roma, fino al ritiro del 2017, un momento talmente carico emotivamente da commuovere l’intera platea sportiva italiana. Con un intero stadio in lacrime dopo l’ultima partita.
La sua storia sportiva è stata una luna piena, che però ha vissuto la sua eclissi poche settimane fa, il 17 giugno, quando lo stesso Totti ha convocato una conferenza stampa per annunciare di aver lasciato – in modo estremamente polemico – il posto da dirigente nella società giallorossa.
Subito dopo, Giampiero Mughini racconta di Ronaldo Luís Nazário de Lima, il “Fenomeno”, uno dei più cristallini talenti clcistici brasiliani di sempre. Attaccante esplosivo, veloce ed estremamente tecnico allo stesso tempo, che ha incantato il mondo soprattutto con le maglie del Barcellona, dell’Inter e del Real Madrid. “Io sono andato all’Inter per giocare con lui”, confessa Christian Vieri.
Una grande carriera, la sua, che avrebbe potuto regalargli ancora di più se non avesse subito una serie di infortuni molto pesanti. Nel 2011 ha dato l’addio al calcio ed ora è presidente del Valladolid, in Spagna.
Il ciclista statunitense Lance Armstrong ha cambiato il volto del ciclismo, vincendo sette Tour de France con uno stile di corsa poco comune fino al suo arrivo: agilità e potenza insieme, alto numero di pedalate, scatti fulminei, cura maniacale dei dettagli anche tecnici della bicicletta, competitività sia in salita che a cronometro.
La sua era una storia perfetta. Una giovane promessa del suo sport, costretta a fermarsi a causa di un cancro ai testicoli, poi il ritorno da campione invincibile.
Peccato che le sue prestazioni fossero aiutate dal doping e da trasfusioni illecite. Per un lungo periodo, le malefatte sono state coperte dagli attori di un sistema in cui la connivenza in fatto di uso di sostanze illecite era la regola. Privato dei suoi titoli e di molti dei guadagni, è stato processato e allontanato dal mondo del ciclismo.
Il 4 marzo 2018, il calciatore della Fiorentina Davide Astori fu trovato morto nella sua stanza di hotel, all’immediata vigilia della partita di campionato contro l’Udinese.
Il decesso fu causato da un’anomalia cardiaca avvertita nel sonno: un’accelerazione improvvisa e scoordinata del battito che di fatto smette di far svolgere al cuore il suo compito.
L’Italia intera si mostrò commossa per la morte di Astori, calciatore mite, disponibile e riservato, lontano dagli stereotipi.
Sembra che un tale evento non fosse facilmente prevedibile, ma su questo rimane qualche dubbio. Poche settimane fa si è parlato di una possibile falsificazione, da parte dei medici, degli esami di routine a cui devono sottoporsi i giocatori all’inizio di ogni stagione, ma al momento non c’è alcuna conferma ufficiale su questo.
Con le immagini dell’indimenticato difensore azzurro, Giampiero Mughini saluta il pubblico.
La prima puntata di Quelli della Luna finisce qui.