Una manifestazione entrata a far parte non solo del costume, ma dell’identità nazionale: “Il giro attraversa le varie regioni, essere lì quando passa significa essere parte del Paese”, sottolinea il dg Rai Antonio Campo Dall’Orto. Si tratta, prosegue, di “uno degli eventi più complessi da produrre per la nostra media company” in quanto bisogna seguire la gara su ogni genere di territorio e condizioni. Rispetto ai precedenti, i giri del centenario avranno attenzione maggiore: si passa da 148 a 247 ore di programmazione, con Rai 2 capofila.
Urbano Cairo è per la prima volta organizzatore come editore: “Mi fa piacere iniziare quest’avventura con la Rai. Per questo Giro 100, numero simbolico molto importante, toccheremo quasi tutte le regioni italiane, partendo da Alghero in Sardegna, passando per la Sicilia e risalendo fino a Milano”. “Cercheremo di coprire il Giro -spiega- in maniera il più possibile approfondita, dando tutte le informazioni in merito. Il Giro d’Italia non è da meno del Tour de France, eppure ne aveva un quarto del fatturato: il mio primo pensiero dunque, è stato subito quello di valorizzarlo per incrementarne il fatturato”. Come? Attirando i migliori corridori, ricorrendo agli sponsor, puntando ancora di più sulla trasmissione televisiva. Cairo illustra il genere di mediazione: “Ho scelto Rai dopo moltissimi incontri con gli operatori del settore, e l’ho scelta perché mi sembrava la cosa giusta in quanto è la televisione per eccellenza. Abbiamo fatto un accordo biennale, non quadriennale come in passato, poi la Rai avrà un diritto di rifiuto quando i due anni scadranno”.
Prende la parola Paolo Bellino: “Ci sarà un cambio di passo da un punto di vista della tecnologia, dell’immagine. sullo stelvio la scorsa settimana c’era un metro di neve, ma questa è la bellezza di eventi simili: è una macchina logistica molto importante, abbiamo team che non siincontrano mai”. L’ultima sarà una tappan vera, non una passerella.
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Dopo un filmato che ripercorre la storia del Giro, interviene Gabriele Romagnoli: “Da ieri su Rai 2 va in onda il racconto in dieci puntate, piene di immagini inedite: io per esempio, non ricordavo la tribuna di Terracina che cadeva addosso ai ciclisti. In questo palinsesto dedicato, si spazia tra Rai 2 e Rai Sport: non ci si rivolge solo agli appassionati, perché siamo davanti al racconto di una sfida tra uomini che attraversano il Paese. L’obiettivo è quello di rendere il Giro 100 diverso dagli altri, non per una mera questione di marketing”.
Quindi Andrea Montanari: “La radio è particolarmente capace di interpretare l’anima popolare dell’evento. abbiamo cercato di fare un palinsesto on air, ma pure uno digita: agli spazi tradizionali, abbiamo aggiunto un nuovo programma, Fuori Giro. Tanta carne al fuoco: pillole quotidiane., live su Facebook, immagini degli arrivi al traguardo di tappa”.
Andrea Monti: “Il Giro d’Italia non è solo una corsa, è una narrazione che appartine a tutto il Paese. Questa narrazione è stata creata dalla coppia inscindibile Gazzetta dello Sport-Rai: il Giro è patrimonio di tutti, e inizialmente era parola scritta. Poi è arrivata la Rai, portando l’epos: la gara si è fatta epica”.
Infine Ilaria Dallatana: “Ho un ricordo molto radicato dei racconti di mio padre sul ciclismo. Per me non c’è niente di più italiano del Giro, che rappresenta un Paese stratificato in cui si uniscono passato e futuro. Quest’anno Rai 2 s ene è appropriata, facendone un contenuto cardine: siamo già partiti ieri sera, con risultati di ascolti che mi hanno sorpresa. Avremo una coppia brillante alla conduzione, Massimiliano Rosolino e Marco Lollobrigida: dal martedì al sabato avremo il live alle 14.00, il collegamento riprenderà poi verso la fine per il processo alla tappa”. Lollobrigida sarà in loco.
Per la prima volta Radio 2 sarà direttamente al seguito della gara, offrendo intrattenimento come in una vera festa: tre collegamenti al giorno, da Caterpillar a Radio 2 Social Club.