Un uomo, diventato ormai adulto e genitore, ricorda nell’arco di pochi secondi in voce fuori campo tutti i momenti più significativi della sua vita che ha condiviso con il padre, da quando era piccolo e sedeva sul seggiolone, fino all’abbraccio tra i due prima di lasciare la casa natia. Nel mezzo, l’infanzia e l’adolescenza, stagioni adiacenti, ma potenzialmente contrapposte nell’evoluzione del rapporto tra un genitore e suo figlio.
I primi anni di vita sono caratterizzati da tanti giochi: il papà si diverte con il bambino a dormire in un’improvvisata tenda in salotto o a prenderlo in braccio fino a farlo volteggiare nell’aria, senza fargli mancare l’appuntamento con due calci ad un pallone nel giardino di casa. Poi, quando si cresce le cose cambiano, a volte in maniera anche brusca: la formazione della personalità di un ragazzo, che assume una sua chiara definizione nel passaggio adolescenziale, può passare anche per contrasti e battibecchi con il proprio genitore, elemento che le immagini non mancano di evidenziare.
Si arriva al giorno d’oggi, quando il papà non più giovanissimo diventa nonno di una bella bambina: è il ciclo della vita, fatto di attimi da ricordare e valori da tramandare di padre in figlio. E, come i valori, vengono trasmessi e ricondivisi negli anni anche quei piccoli momenti “di gusto inconfondibile”, assicurati dalla presenza del famoso gelato al caffé che più volte compare come a scandire, con la sua presenza rassicurante, i passaggi da un’età all’altra. Il tutto accompagnato dalla canzone che ha sempre fatto da colonna sonora degli spot del gelato: I feel good I feel fine di Gisella Cozzo.
I creativi hanno quindi puntato su un aspetto ben preciso: il tramandare la passione per un prodotto che lega ogni componente di una famiglia e che, come i valori che si trasmettono da una generazione all’altra, è dunque opportuno custodire. Un gelato che, data la storia raccontata, può fungere anche da collante tra diverse età per condividere insieme momenti piacevoli all’insegna dello star bene.
La réclame, dunque, punta a rendere il prodotto della Nestlé un simbolo rassicurante di unità familiare e di felicità, anche se utilizza una storia che non eccelle per originalità: le brevi vicende condensate nell’arco dei trenta secondi di filmato rientrano all’interno di uno schema classico che mira al target della famiglia-tipo attraverso l’elemento del passaggio di una sorta di “testimone” da una generazione all’altra.
La nuova campagna pubblicitaria della Coppa del Nonno è stata curata dall’agenzia J. Walter Thompson Italia e prodotta da MovieMagic. A dirigere gli spot è stato Paolo Monico, dal 2003 protagonista anche nel campo della regia pubblicitaria con più di 150 réclame all’attivo.