Accompagna gli spettatori in un viaggio attraverso la Val di Non, valle del Trentino famosa per la produzione delle mele.Per capire il profondo significato del messaggio bisogna fare un passo indietro.
Dopo una stagione insufficiente del raccolto, a causa del maltempo, il Consorzio ha dovuto fare i conti con ingenti danni, sia economici che produttivi.
La gelata di aprile 2017, soprannominata “grandine killer”, ha penalizzato la raccolta dei frutti. Secondo le stime vi è stata una perdita dell’80 % del prodotto e di circa 200 milioni di fatturato. Una stagione assolutamente da dimenticare.
Il raccolto quest’anno, invece, è stato proficuo, tanto da permettere al Consorzio di realizzare un nuovo piano di marketing. L’intento della nuova campagna pubblicitaria è di valorizzare il patrimonio territoriale legandolo ai valori della qualità e della bontà delle mele. Lo dimostra lo stesso claim: Melinda, mi piaci di più.
Ecco la nostra analisi dello spot
Con l’inizio “Di mela in mela” una voce narrante maschile elogia la cura e l’amore profusi nella produzione delle mele. Un impegno finalizzato alla valorizzazione del territorio trentino.
Lo spot inizia in una mattina d’inverno: una madre dal volto sorridente passa la Melinda alla figlia che sta preparando lo zaino per andare a scuola. Qui si riconosce un chiaro messaggio: abbandonare le merendine industriali e fornire agli studenti un prodotto naturale da consumare durante la ricreazione.
E’ anche il richiamo alla buona madre di famiglia che mette in pratica i giusti dettami nutrizionali.
Nel frame successivo, un ragazzo in macchina, seduto dal lato del passeggero, assapora la Melinda, addentandola con evidente golosità mentre si sporge dal finestrino.
Parte un altro messaggio: la mela può essere un ottimo spuntino durante il viaggio.
Nella seconda parte dello spot ci si focalizza sulla fase produttiva della Melinda accarezzata, quando si trova ancora sull’albero, dai caldi raggi del sole o bagnata dalle gocce di pioggia. Anche le condizioni atmosferiche contribuiscono ad incrementare il sapore della mela.
Lo spot vuole anche evidenziare che la Melinda è assaporata con la buccia, preziosa fonte di vitamine, a sottolineare l’assenza di sostante tossiche come pesticidi.
Il racconto continua con un agricoltore che osserva minuziosamente ogni albero ed ogni singola mela. Raccoglie e posiziona in un cesto di vimini solo le mele migliori.
Da questa immagine si passa alla realtà urbana. Basta il lancio della mela che dalla Val di Non arriva in città, nelle mani di una giovane donna.
Poi la Melinda viene in quadrata nel suo habitat naturale: una mano la sorregge mentre sullo sfondo spicca la spettacolare valle in tutta la propria bellezza..
Ultimo atto: la mela è nelle case dei consumatori.