Serviva un’idea facilmente spendibile presso il grande pubblico, leggera ma efficace nel catturare attenzione, senza troppe implicazioni sul significato di questo o quel messaggio. E Rocco Siffredi che gioca con i doppi sensi lo è. Bisogna solamente stuzzicare l’attenzione della platea più ampia possibile di potenziali acquirenti, affinché sappiano del “Black Roc Friday” e delle offerte loro riservate. Nulla di più, nulla di meno.
Il pornoattore e la sua famiglia sono così diventati i protagonisti della serie di 14 spot totali – in onda fino al 26 novembre, con durate di 15 e 30 secondi – con cui la catena promuove il suo “lungo” (appunto) “Black Roc Friday”: quindici giorni di acquisti a buon prezzo.
L’anteprima è una sorta di trailer, con una grossa sedia girevole rivestita in pelle, posta in un salotto avvolto dal buio pesto. Ripresa di spalle, cela Rocco Siffredi.
La sedia si gira dopo pochi secondi e svela l’attore, vestito con una giacca nera di pelle, Rayban scuri e il volto contratto in posa da duro. Un’immagine sottolineata dalla musica rock.
Siffredi stringe i pugni poggiati sui braccioli e li apre mostrando in uno una pastiglia di Viagra, nell’altro l’equivalente marchiato Unieuro, per sottolineare come la catena generi lo stesso effetto se dalla camera da letto ci si sposta in un punto vendita di elettrodomestici per gli sconti del “Black Roc Friday”.
Nel primo spot vero e proprio, Rocco Siffredi è a letto in intimità con sua moglie: lei, ad un certo punto, si rivolge alla telecamera e dice: “Quest’anno, da Unieuro, il black friday arriva prima”. Poi interviene lui: “Si, ma dura di più. Molto di più” e ammicca all’obiettivo rimarcando la parola “molto”.
La sequenza si chiude con i due in procinto di uscire di casa per andare in un punto vendita Unieuro ad usufruire delle offerte domenicali. L’ultima battuta è ancora dell’attore: “E tu che fai, non vieni?”.
https://www.youtube.com/watch?v=jJnOI6tevnE
Il figlio di Rocco Siffredi è protagonista, insieme al padre, del secondo, del terzo e del quarto spot.
In uno, Rocco Siffredi è alle prese con un selfie “acrobatico” – un modo per far capire che quello smartphone è tra i prodotti in offerta – e tende ad assumere le tipiche pose giovanili da autoscatto. Suo figlio passa nella stanza e gli dice: “Papà. Hai una certa età”.
Anche per pubblicizzare un notebook, Rocco Siffredi viene preso in giro da suo figlio per la sua scarsa conoscenza tecnologica. Mentre armeggia con il pc, suo figlio entra in salotto e dice: “E dai, papà! Si accende così”
https://www.youtube.com/watch?v=-pajhhU5Bdc
In un altro, il padre prende la sua rivincita. Mentre è disteso sul divano, chiama suo figlio per condividere insieme lo stupore per uno smartwatch nuovo di zecca (che in realtà non indossa), ma appena suo figlio si avvicina, scatta il “paga la mossa”.
È una presa in giro molto in voga tra i ragazzi – qualche mese fa era una vera moda – che consiste nel richiamare l’attenzione di qualcuno su un presunto oggetto o una situazione specifica, in realtà con l’unico scopo di catturare il suo sguardo su un semplice tondino fatto con il pollice e l’indice della mano, a mo’ di “Ok”. Se la vittima guarda il tondino e cade nell’inganno, deve pagare un pegno.
Lo spot si chiude con il giovane che esce dalla stanza senza dire nulla e Siffredi, divertito, che ripete “Paga la mossa!”.
https://www.youtube.com/watch?v=mHbBoyL4tRE
Rocco Siffredi è riuscito ad affermarsi, negli anni, come star del cinema porno, ma anche come personaggio simpatico, autoironico, capace di bucare lo schermo con naturalezza nelle ospitate televisive.
Secondo molti, ha contribuito alla rimozione senza forzature delle ultime barriere moraliste che ancora bloccavano i discorsi sulla pornografia.
Per altri – più maschilisti – è un vero idolo semplicemente perché è riuscito a trasformare la continua disponibilità femminile in un lavoro.
Di converso, in tanti lo hanno criticato per alcune affermazioni quantomeno ambigue riguardanti le donne e la violenza sulle donne.
Tuttavia, Siffredi è in grado di generare reazioni tendenzialmente positive presso un pubblico piuttosto vasto, come dimostra la buona accoglienza ricevuta dagli spot sui canali social di Unieuro.
È questo, forse, il motivo principale per cui dalle parti della catena di elettrodomestici hanno pensato a lui.
Nel dubbio, tutto è stato neutralizzato con l’atmosfera famigliare e serena di Casa Siffredi sulla quale è stato realizzato anche un reality. Un’atmosfera che, va detto, è il volto più riuscito della campagna pubblicitaria, perché fa traspare ironia e affiatamento spontanei.
In ogni caso, il problema di questa serie di spot non è che il protagonista sia un pornoattore, né che ci siano riferimenti sessuali. Il guaio vero è che questi riferimenti sono banali, scontati, prevedibili, logorati da anni di utilizzo. Può capitare che in alcuni casi strappino un sorriso, ma nulla di più.
Rocco Siffredi è uguale a sé stesso in tutte le pubblicità – ormai molte – a cui ha dato volto negli anni. E che si tratti di patatine, di voli aerei o elettrodomestici, le battute su cui si reggono le sue partecipazioni si basano sempre sulle stesse allusioni.
Per il pornoattore non è un problema, lui recita Rocco Siffredi. Ma davvero per la comunicazione dei brand continua ad essere così innovativo, nonostante la recitazione scontata?