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Lo Spot in tv che analizziamo oggi è quello di Viva RaiPlay. Alla vigilia di quella che la Rai ha annunciato come una rivoluzione, affidata a Fiorello con lo spettacolo intitolato, appunto, Viva RaiPlay.
L’ora x è fissata per lunedì 4 novembre nell’access prime time (dopo il telegiornale delle 20), in contemporanea su Rai1 e RaiPlay. Poi, il programma continuerà solo sulla piattaforma digitale, dal 13 novembre. Su Radio2, invece, il sabato e la domenica mattina si potrà ascoltare il meglio della settimana.
Spot in TV Viva RaiPlay l’innovazione televisiva
Ma cos’è Viva RaiPlay? Se ne parla tanto, eppure di quanto succederà si sa poco.
Lo show farà da lancio per il nuovo sito e la nuova app di RaiPlay. Completamente riprogettati, nei contenuti e nell’architettura tecnologica di ultima generazione. È l’apertura definitiva ai nuovi stili di fruizione on demand consentiti dal digitale e avvicinerà la piattaforma della Rai a quella di colossi come Netflix.
Fiorello sarà protagonista della trasmissione in diretta streaming più imponente mai vista su scala nazionale. Verosimilmente, potrebbero essere milioni gli spettatori che seguiranno lo show in contemporanea.
Un test interessante anche dal punto di vista tecnologico, dunque, oltre che per l’impatto sull’offerta televisiva. La Rai ha predisposto palinsesti dedicati solo a RaiPlay, una scommessa con cui tenterà di riscrivere le regole della tv generalista.
Per Viva RaiPlay Viale Mazzini ha cambiato radicalmente la storica sede radiofonica di Via Asiago 10, a Roma. L’intero palazzo è stato riorganizzato e rimodernato, con modifiche e spese così consistenti da creare malumori tra i lavoratori di RadioRai. L’idea è di trasformarlo in un avamposto tecnologico anche per le future trasmissioni radiofoniche della tv pubblica. Intanto, è stato messo a completa disposizione dello show.
Spot in TV Viva RaPlay – lo spettacolo
Ma veniamo allo spettacolo vero e proprio. È facile intuire come Fiorello abbia accettato di realizzare Viva RaiPlay spinto dall’innovazione che rappresenta. Da anni è corteggiato per un ritorno in tv, mai convinto dalle proposte di show troppo simili a quelli già visti. Ora prova a mettere la firma sotto un progetto ambizioso.
“Ho fatto un po’ di tutto, radio, tv e varietà. Io vorrei vedervi sempre, ma come si fa? Viva RaiPlay, ci vediamo quando vuoi, dove vuoi. Entro ed esco da ogni display”, canta nella sigla dello spettacolo.
Poco più di trenta secondi da cui traspare l’idea su cui si regge l’operazione. La necessità di ibridare i linguaggi e i tempi della radio-tv, possibilmente con quelli dei mezzi digitali.
La sua comicità ora deve confrontarsi con le regole dei nuovi media. Un occhio strizzato al pubblico più adulto, l’altro, perché no, a quello giovane.
Il tentativo è di avvicinarsi ai nuovi linguaggi, senza scimmiottarli ma con l’ironia dettata dalla consapevolezza di non potersi improvvisare nativi digitali. Questo è stato lo spirito che ha guidato gran parte della produzione di Fiorello negli ultimi anni, da Edicola Fiore a Il Rosario della sera su Radio Deejay.
Spot in TV Viva RaiPlay – le pubblicità
Questo approccio lo ritroviamo non solo nella sigla ma anche nei molteplici video promozionali realizzati per Viva RaiPlay. Non a caso, Fiorello ha curato da subito pure la comunicazione via Instagram ed ha creato un suo profilo su Tik Tok. Si tratta di un nuovo social network dedicato ai video che sta spopolando tra i giovanissimi di tutto il mondo. Lo showman si è anche fatto simpaticamente aiutare dal giovane “coach” Luciano Spinelli (una star su Tik Tok) per utilizzarlo al meglio.
Gli spot incessanti di Viva RaiPlay risentono inevitabilmente di questa impostazione. Il protagonista è sempre Fiorello, impegnato in varie situazioni, mentre i video sono spesso arricchiti da avatar, effetti, scritte, segni che ricordano i filtri utilizzati su social network come Instagram, Snapchat e lo stesso Tik Tok.
Negli ultimi mesi l’abbiamo visto in riunioni di redazione finite al biliardino, in incursioni dissacranti tra i dirigenti Rai, in giro per la struttura di Via Asiago. L’abbiamo visto trasformarsi in “Lady Gago” al tavolo delle riunioni o mentre registrava la sigla.
L’avatar di Fiorello
Da qualche giorno è in onda, invece, la serie di promo che lancia VivaRaiPlay fino all’esordio.
Sei pubblicità in tutto. Quattro con un unico denominatore comune: l’avatar di Fiorello che spunta all’improvviso, dai posti più impensabili, per cantare a squarciagola la sigla.
Scelta autoironica con lo showman costretto a zittire, seccato, il suo avatar petulante. E’ il riconoscimento implicito di quanto la promozione dello spettacolo stia diventando martellante sulle reti Rai, per di più con una sigla che definire orecchiabile è un eufemismo.
L’avatar, in uno degli spot più visti, spunta da una tazzina di caffè consumata nel bar di Via Asiago. E allora Fiorello lo ingoia insieme all’espresso pur di silenziarlo. Invano, però, perchè continua a cantare dal suo stomaco. Oppure eccolo spuntare da un pacco arrivato tramite corriere, contenente il tablet ordinato in tempo per seguire l’esordio del 4 novembre. O dal taschino della camicia, durante il lavoro con gli autori, gli scenografi e i costumisti per preparare lo show.
L’imitazione di Giorgia e Laura Pausini
C’è poi il video in cui Fiorello è in camerino alle prese con i vocalizzi. Deve prepararsi alle sortite musicali di Viva RaiPlay e per farlo prova ad imitare gli acuti di Giorgia e Laura Pausini, finendo per spaccare lo specchio, tanto è arrivato in alto con le note.
In un altro spot, il comico prova inutilmente a sincronizzarsi con una complessa coreografia dei giovani ballerini di Urban Theory.
Infine, lo spot in cui lo stesso protagonista prova a spiegare al pubblico come vedere il programma su RaiPlay. Un tentativo che finisce male, ironia pura sull’impaccio dei più adulti – e verosimilmente di una parte consistente del pubblico di Rai1 – di fronte ad una tecnologia all’avanguardia come quella della nuova piattaforma.
Spot in TV Viva RaiPlay l’esperimento
Tutte circostanze in cui i video promozionali più che preparati dovrebbero sembrare frutto di riprese estemporanee durante il lavoro. Ovviamente, non è così. Sono curati sia la forma che la sostanza nel tentativo di replicare da un lato lo stile comunicativo che Fiorello usa da qualche anno, dall’altro la formula più adatta a lanciare un progetto digitale, fresco, come la nuova RaiPlay.
Non sappiamo quanto di questa ibridazione sia in grado di funzionare per un prodotto smaccatamente generalista. Resta un esperimento troppo complesso per essere giudicato con gli elementi conosciuti ad oggi. Ma sappiamo che sarebbe davvero un problema se lo show non avesse il gradimento atteso.
Quel che è certo è che la sfida è ambiziosa e da questi spot sembra raccolta a viso aperto.