Indice dei contenuti
Da qualche giorno è in onda il nuovo spot tv del Parmigiano Reggiano. Un minuto di pubblicità che illustra passo dopo passo la lavorazione del celebre formaggio stagionato. L’allevamento dei bovini, la raccolta del latte, il lavoro sapiente dei casari, le condizioni peculiari e il controllo certosino della stagionatura.
Spot TV Parmigiano Reggiano – Con Cracco, Leotta e Di Francisca – Lo spot e il claim
Il claim recita “Quello vero è uno solo”, mentre il protagonista chiede ad inizio spot: “Sapete perché è inimitabile?”. Poi, sempre il protagonista passa in rassegna la filiera completa, che può essere assicurata solo ed esclusivamente tra le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova. Si impegna curioso in prima persona – con ironia – in ciascuno dei passaggi.
L’idea alla base dello spot TV del Parmigiano Reggiano è quella di ribadire la qualità del prodotto e da cosa nasca la sua sostanziale unicità. Più che evocarlo emotivamente, il video cerca di spiegarlo tecnicamente, o quasi.
Del perché certi prodotti siano unici è stato detto infinite volte. Il buon foraggio e la cura dei bovini, l’attenzione alla bontà del latte, la stagionatura… Tutto presentato come straordinario, unico, inimitabile. Un lavoro da piccola azienda bio di provincia, non fosse che il Consorzio Parmigiano Reggiano esporta in tutto il mondo.
Il tentativo va comunque a buon fine, perché riesce ad equilibrare il lavoro prettamente informativo con un approccio spassoso. Lo stesso peccato di originalità ha una sua ragion d’essere, dal momento che il Parmigiano Reggiano è uno dei prodotti alimentari italiani più contraffatti nel mondo.
L’azienda ha, dunque, l’esigenza pressante di spiegare cosa rende unico il suo formaggio e il motivo per cui le imitazioni non potranno mai eguagliarlo.
Anche perché – e veniamo ad uno dei difetti più grandi – lo spot tv è doppiato (apparentemente dall’inglese) quindi probabilmente destinato anche al mercato estero. Lì dove la contraffazione reca più danni. Un doppiaggio obiettivamente approssimativo. In alcuni passaggi del video si ha l’impressione di ascoltare l’audio di un’altra pubblicità.
Spot TV Parmigiano Reggiano – Con Carlo Cracco, Diletta Leotta ed Elisa Di Francisca
A proposito di limiti, qualcosa da dire c’è anche sul coinvolgimento dei testimonial. Nomi altisonanti, dallo Chef Carlo Cracco all’olimpionica di scherma Elisa Di Francisca, alla conduttrice Diletta Leotta.
Cracco è in cucina ed esalta la bontà del Reggiano a qualsiasi stadio di stagionatura: “È buono sempre”. La Di Francisca prende una pausa dagli allenamenti, toglie la maschera da schermidrice e sorride alla telecamera. Spiega quanto il parmigiano sia importante per gli atleti, visto che è ricco di calcio e fosforo.
Diletta Leotta, invece, compare silenziosa, per un piccolo dispetto provocatorio al protagonista dello spot. Gli soffia da sotto il naso una scaglia di parmigiano, un attimo prima che riesca ad addentarla.
Interventi coerenti con la professione e l’immagine pubblica dei testimonial, ma alquanto sbrigativi e prevedibili.
Mentre l’accostamento con le immagini dei pascoli, della mungitura e della lavorazione casearia arriva, in parte, bruscamente.
Una breve parentesi a parte la merita Carlo Cracco. Lo Chef stellato conferma con questa partecipazione la sua strategia dopo l’uscita da Masterchef: un impegno d’immagine mirato a poche, selezionate operazioni commerciali. Come quella de “Nella mia cucina”, realizzata con Scavolini su Rai2.
Spot Reggiano – Con Cracco, Leotta e Di Francisca – L’obiettivo della pubblicità
L’obiettivo che vuole raggiungere lo spot TV del Parmigiano Reggiano è quello di fare informazione sul brand e sulla bontà del prodotto. Vuole mettere nero su bianco il perché della sua unicità. Punta sulla vera e propria informazione (benché di parte) e rinuncia ad alcuni dei canali emotivi su cui spesso puntano le campagne pubblicitarie. La ricetta è a base di chiarezza, semplicità e un pizzico di ironia che rende il girato più leggero e accessibile.
L’unico tentativo di accarezzare le corde più istintive del pubblico è insito nell’evocazione dell’immaginario rurale, ormai universalmente associato ai concetti di genuinità, bontà e benessere.
Un mix che non regala grandi slanci di interesse o novità, ma che complessivamente fa ciò che deve.