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Da qualche settimana, sulle principali emittenti tv italiane, è in rotazione la nuova pubblicità del gruppo di Autostrade per l’Italia. Lo spot è al centro di una strategia comunicativa che coinvolge più canali. Il filmato, infatti, è visibile, oltre che in televisione, anche negli ambienti digitali e nei cinema.
Pubblicità Autostrade per l’Italia, il claim è La libertà è movimento
La società che ha ideato la produzione è la Meta Europe Production. La direzione creativa è di Allegra Scattaglia e Luca Josi, mentre la società che ha realizzato il promo è la Think/Cattleya. Infine, colui che è presente dietro la macchina da presa è Igor Borghi, che in carriera ha già diretto altri spot di importanti aziende del nostro paese.
Il claim scelto per accompagnare la pubblicità è La libertà è movimento. Una scelta, questa, che si addice alla perfezione alla colonna sonora del filmato, ovvero La Libertà di Giorgio Gaber. Insieme al promo è diffuso il nuovo logo di Autostrade per l’Italia.
La descrizione
La pubblicità di Autostrade per l’Italia non si distingue certamente per l’originalità. Lo spot, che ha una durata di circa 3o secondi, è composto da un’alternanza di immagini di persone che, per motivazioni differenti, animano tutti i giorni la lunga rete autostradale del nostro paese. Da una parte ci sono gli utenti, che possono essere famiglie in partenza per lunghi viaggi oppure camionisti impegnati a lavoro, che si incontrano in un’area di sosta. Al tempo stesso, però, ci sono le donne e gli uomini della società, che lavorano quotidianamente per garantire un servizio efficiente e di qualità.
Le riprese si sono svolte nei pressi di un reale tratto autostradale italiano. Il set, come riporta il sito Engage.it, è stato montato presso la A1 Panoramica, che attraversa l’appennino tosco emiliano. Gli operai ritratti, invece, non sono degli attori ma veri dipendenti del gruppo, impegnati nel cantiere per la costruzione della nuova galleria San Donato.
Pubblicità Autostrade per l’Italia, la recensione
Autostrade per l’Italia, per la nuova pubblicità istituzionale, ha tentato di seguire il filone emotivo già intrapreso da altre note istituzioni del nostro paese. Il risultato finale, in questo caso, non è però quello sperato. Il filmato colpisce lo spettatore quasi esclusivamente per la potenza della colonna sonora. Le immagini, che dovrebbero essere centrali nella produzione, diventano quasi uno sfondo. Sono soprattutto penalizzate dalla mancanza di una storia, solitamente strumento narrativo capace di suscitare il giusto interesse nel pubblico. Inevitabilmente, tutto ciò penalizza lo spot, che non restituisce allo spettatore il coinvolgimento emotivo sperato.