A differenza di quanto avvenuto in passato, la campagna pubblicitaria punta ai giovani. Quelli che vengono definiti “generazione in fermento”, imbastendo così un parallelismo con i fermenti contenuti nello yogurt con cui il prodotto è farcito.
Niente famiglie, né bimbi o mamme che cercano la merenda sana: la campagna della Fetta allo yogurt, forse per i sapori, si rivolge a un target diverso. Si tratta dei ragazzi contemporanei, identificati come persone con specificità ben definite: una generazione smart, in grado di “parlare con le dita” e coltivare orti in mezzo al cemento di Milano.
Ma anche una generazione interculturale, aperta: non a caso la protagonista ha dei lineamenti che rimandano a una bellezza esotica. In sella alla bicicletta, mentre percorre le strade della città, la ragazza si circonda di coetanei e li racconta: “La vitalità non ci manca, siamo sempre in fermento, abbiamo lo spirito di grandi esploratori, sappiamo parlare con le dita e coltiviamo fiori sul cemento, perché siamo fatti così, ci piacciono le combinazioni sorprendenti, anche in pausa”.
Insomma, una generazione che può sembrare anche contraddittoria, ma certamente viva. Frizzante. Una generazione nativa digitale, con competenze e possibilità inedite: è a loro che viene proposta la Fetta allo yogurt.
Le “combinazioni sorprendenti” che loro amano sono espresse dalla merendina, presentata come sintesi dei sapori che piacciono ai ragazzi. Si tratta inoltre di ragazzi consumatori consapevoli, che prediligono ingredienti sani quali yogurt, pan di spagna con cruschello di frumento. Una sorta di interpretazione della personalità collettiva: una Fetta allo yogurt come trasfigurazione di una generazione.
Lontani i tempi di Fiona May e della sua bambina per sponsorizzare la Kinder fetta al latte, quando il messaggio pubblicitario va a disintegrare lo stereotipo della famiglia tradizionale, la Kinder si è discostata da tutto ciò. L’azienda infatti è direttamente uscita dalla sua comfort zone ideando non un prodotto destinato non ai bambini, bensì a un pubblico più adulto.
Un modo di allargare il mercato, e allo stesso tempo di mettere al centro della narrazione pubblicitaria una generazione poco rappresentata dai media.