La sigla è interpretata in sardo da Piero Marras. Giovanni Floris leggendo il comunicato della Rai che spiega il blackout che ha bloccato le trasmissioni dell’emittente pubblica per oltre 10 minuti. I primi due ospiti sono Marco Travaglio e Paolo Mieli. Si inizia dal tema caldo: Matteo Salvini e la chiusura dei porti italiani.
Marco Travaglio attacca la Francia: “Prendere lezioni da certi paesi mi fa proprio ridere“. Prima analisi dei risultati delle elezioni amministrative di domenica scorsa, con un focus sugli elettori del M5S. Viene analizzato la passività di Giuseppe Conte davanti alla spavalderia di Matteo Salvini.
Prima apparizione di Gene Gnocchi, che parte dal solito giochetto della vendita delle magliette personalizzate. Anche Jovanotti ne ha chiesta una che evidenzia il suo difetto di pronuncia. “Anche Mentana va in vacanza, un mese nello studio di Tagatà, uno in quello de L’Aria che tira“. Il comico ne ha per tutti: Elsa Fornero, Giovanni Floris, Danilo Toninelli e persino l’intoccabile Nando Pagnoncelli.
“Il ministro dell’interno abbiam trovato ora deve essere solo internato“. Gene Gnocchi duro e anche eccessivo su Matteo Salvini. In “vendita” anche la pistola ad acqua da utilizzare contro i migranti e la crema solare per non diventare nero. L’unica risata è il riferimento alla canzone di Francesco Salvi modificata per il leader della Lega “C’è da spostare una ruspa“. Ultimo personaggio a finire sotto tiro il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Marco Damilano, Concita De Gregorio, Ilaria D’Amico e Mario Giordano i nuovi ospiti. Con loro si torna a parlare della vicenda della nave Aquarius. Poco dopo li raggiunge Yanis Varoufakis: “Salvini ha dichiarato guerra alla civiltà italiana ed europea“. Il salotto di Giovanni Floris si riempie sempre di più con l’ingresso di Massimo Giannini e Graziano Delrio.
La maggior parte degli ospiti in studio e/o in collegamento sono giornalisti. Questo è uno dei tratti distintivi del talk show di La7 che anziché risse tv preferisce presentare ai telespettatori idee, anche diverse, su uno stesso tema, ma in grado di informare e far ragionare gli italiani.
Lapidario Massimo Giannini: “In una settimana Matteo Salvini si è preso il Governo. Ancora non abbiamo sentito parlare Giuseppe Conte”. Al dibattito si aggiunge anche Carlo Cottarelli. Giovanni Floris chiude il blocco anche troppo bruscamente lanciando un contributo audiovideo.
Al rientro in studio inizia il faccia a faccia con Diego Dalla Valle. Purtroppo, ancora una volta, il tema d’apertura è quello del caso della nave Aquarius. Interessante l’approfondimento poi sul nuovo Governo, sul contratto stipolato Lega-M5S e le ripercussioni sociali. “Mi aspetto in tempi brevissimi delle soluzioni“. Troppo poco il tempo dedicato ad economia e impresa visto il profilo dell’ospite.
Dopo la seconda pubblicità torna ad essere protagonista Gene Gnocchi, con la sua copertina satirica. Onestamente non convince la strategia di piazzare questo spazio dopo oltre un ora di trasmissione. Si parla del Pd: “Non è scomparso. Senza di lui non sapremmo a chi dare la colpa di qualsiasi cosa“. Stranissimo modo di chiudere il blocco con la pubblicità che sembra quasi interrompere il comico.
Si torna in studio per assistere all’attesissimo monologo di Roberto Saviano, che naturalmente parla della tragedia umanitaria della nave Aquarius. Come prevedibile il campano mette a segno un duro attacco al nuovo Governo, cercando di spiegare come non sia vero che l’Europa abbia lasciata da sola l’Italia.
La seconda parte parla del fenomeno dell’immigrazione e dei numerosi migranti che arrivano e stazionano in Italia. Di lì al problema del caporalato è breve. Toccante anche il passaggio sulla morte di Soumaila Sacko. I messaggi che vuole lanciare sono anche giusti, ma come sempre un po’ per tono, un po’ per postura appare eccessivamente retorico.
Si apre lo spazio economico. Ospiti Carlo Cottarelli, Massimo Giannini, Vittorio Zucconi, Pietro Senaldi, Fiorella Kostoris, Francesca Donato e Mario Giordano. Si analizza l’intervista di Giovanni Tria al “Corriere della sera”. A sorpresa il direttore Mediaset chiede il ritorno di Pier Carlo Padoan. Pace fiscale, flat tax, iva e deficit i temi caldi. Per parlare di vitalizi entrano in studio anche Don Pietro Sigurani e l’avvocato Maurizio Paniz.
Insieme all’avvocato Emmanuela Bertucci si parla di telefonia, costi nascosti e bollette pazze. Torna protagonista la musica con Piero Marras che per celebrare i 40 anni della sua carriera realizza la sigla del programma in sardo, all’interno di una vecchia miniera.
Domenico De Masi, David Parenzo, Nando Pagnoncelli animeranno il dibattito sul mondo del lavoro. Inizia la tradizionale sfilata di sondaggi. Poi si passa a parlare di pensioni, con uno sguardo agli altri paesi europei. Come sempre spazio alla cultura nel finale. Vittorio Zucconi torna in studio per presentare il suo ultimo libro “Il lato fresco del cuscino“. In collegamento con Marcello Ticca che ci parla di alimentazione e del suo lavoro editoriale “Miraggi alimentari. 99 idee sbagliate su cosa e come mangiamo“. Si continua con Giancarlo De Cataldo e il suo “L’agente del caos“.
Termina qui la puntata odierna e la stagione 2017/2018 di diMartedì, che come annunciato da Giovanni Floris torna a settembre.