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Harding, nato ad Oxford nel 1975, è stato notato e lanciato ancora adolescente da Simon Rattle e da Claudio Abbado, che lo volle con sé quando dirigeva i Berliner Philarmoniker: da allora la sua carriera di interprete musicale dal perfetto ‘à plomb’ inglese è stata facile e rapida in tutta Europa – con presenze significative anche in Italia, a Venezia e per i concerti di S.Cecilia – in particolare egli ha guidato come direttore musicale, principale e ospite la Mahler Chamber Orchestra, presso la quale – a meno di quarant’anni – è diventato direttore onorario.
Nel concerto fa la parte del leone la notissima Quinta Sinfonia di Gustav Mahler (1860-1911), un grande musicista e direttore d’orchestra in Austria e in USA, che fu composta nel 1902, quando questi aveva appena sposato Alma Schindler di venti anni più giovane: ella gli avrebbe causato – con le sue inquietudini amorose – dolori psichici e fisici, che sommandosi ad una grave malattia cardiaca e alla morte della prima bambina, lo avrebbero condotto alla morte.
Gustav Malher da giovane
La Sinfonia venne ideata e strumentata durante una villeggiatura a Maiernigg in Carinzia, vicino alla natura che Mahler tanto amava: e gli effetti si misurano in quest’opera, ricca di strumenti come l’ottavino, il glockenspiel, il corno inglese, l’arpa, che acuiscono i suoni della natura. Ma accanto ad essi però è l’urto dei parossistici e grotteschi momenti di sofferenza e di ribellione al dolore di tutta la massa orchestrale, specie nel primo dei cinque movimenti della Sinfonia. Della quale è giustamente famoso poi il bellissimo Adagetto centrale, che fu scelto come colonna sonora di un momento del film di Luchino Visconti “Morte a Venezia” : ma a parte ciò, questa e le altre Sinfonie mahleriane recano forte il segno di un distacco dal sinfonismo beethoveniano e brahmasiano, per aprirsi non solo alla voce umana (già nella Nona di Beethoven essa aveva fatto la sua comparsa), ma alle particolari e infinite voci della natura, in cui l’artista identificava la propria percezione di spaesamento, dinanzi al prossimo crollo del grande e glorioso passato aristocratico dell’Impero asburgico e di Vienna.
Gustav Malher in età avanzata.
A fronte della notorietà della Quinta Sinfonia di Mahler, sta invece la scarsa conoscenza nel medio pubblico della musica dell’americano Charles Ives (1874-1954). In realtà Ives come musicista rimase uno sconosciuto già in vita: inquieto, innamorato dei suoni e della musica, ma insofferente della disciplina e di ogni metodo di apprendimeto, scelse infine di fare l’assicuratore nella sua compagnia ‘Ives & Myrick’, che chiuse solo nel 1930, suonando per diletto anni e anni l’organo nella Chiesa presbiteriale di New York. Tuttavia compose privatamente molti lieder, musica sinfonica, da camera e per teatro: ed ebbe la soddisfazione non cercata di dirigere la ‘prima’ della sua “Sinfonia n.3”, nel 1946.
Lo sperimentalismo era la sua vocazione: le dissonanze, l’atonalità, la poliritmìa connotano liberamente le sue opere – la poliritmìa della “Sinfonia n.4” richiede infatti due diversi direttori – accanto alla qualità dei timbri, che affascina appunto il direttore Daniel Harding. Ives giunse infine ad avere i primi apprezzamenti con le sue ultime opere, specie quelle sensibili al pensiero del filosofo americano trascendentalista Emerson, ed a vincere il Premio Pulitzer nel 1947, con “A Farewell to Land” su testo di Lord Byron.
Nel concerto odierno il M°Harding eseguirà la più nota opera di Ives, “The Unanswered Question” per tromba, quattro flauti e quattro archi, composta nel 1908. Una domanda, quella del compositore, che resta tuttavia senza risposta.