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Sembrava una tranquilla intervista, fino a quando il simpatico Lauro non ha chiesto al suo interlocutore il motivo per il quale nelle liste del suo partito era stato inserito come candidato alle elezioni comunali di Napoli il figlio del boss Calone.
La domanda di Giorgio Lauro sembrava potesse avere una risposta tranquilla e soprattutto motivata. Invece il senatore D’Anna ha iniziato a perdere il controllo, ed ha rivolto più volte a Giorgio Lauro insulti etichettandolo “str…o”. La trasmissione stava decisamente prendendo una piega molto discutibile, con i toni del senatore che aumentavano sempre di più, e Giorgio Lauro che stentava a riportare il dibattito in un ambito più accettabile. Ad un certo punto si è temuta l’interruzione del programma. D’Anna ha difeso strenuamente il giovane Calone, parlando di lui come ragazzo esemplare che si era dissociato dalla delinquenza organizzata riuscendo a ricostruirsi una vita all’insegna dell’onestà.
Ad un certo punto, visto che non c’erano freni alla deriva del senatore, si è fatta partire una pausa pubblicitaria, dopo la quale l’animo dell’ospite sembrava essersi calmato. Sulla pagina Facebook di Un giorno da pecora, le proteste su quanto stava accadendo in trasmissione, sono arrivate in tempo reale. Molti hanno sottolineato che, se vuole rispetto perché “senatore”, lo deve dare anche agli altri. D’Anna infatti, ha impedito a Giorgio Lauro di chiamarlo “signor D’Anna”, ribadendo che lui aveva un titolo e doveva essere anteposto al suo cognome.
Dopo è intervenuto telefonicamente Adriano Giannini, protagonista della serie Boris Giuliano-Un poliziotto a Palermo, di cui ieri sera è andata in onda la seconda e ultima puntata.
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È stata l’occasione, questa volta perchè il senatore cominciasse a polemizzare contro la Rai. Lauro ha chiesto all’attore per quale motivo la serie Sky Gomorra, che pure fa numeri decisamente inferiori a quelli di una fiction di Viale Mazzini, viene reclamizzata e pubblicizzata in maniera intensiva. E qui D’Anna ha commentato che è colpa della Rai, perché non sa promuoversi e si finanzia in gran parte con i soldi dei contribuenti: “Voi avete il sedere comodo e lo stipendio assicurato dalla Rai, gli altri invece devono sudare per guadagnare”, ha commentato il senatore D’Anna.
Si è consumata così tra polemiche e tentativi di ammorbidire il linguaggio non certo oxfordiano del senatore, una puntata di Un giorno da pecora assolutamente da dimenticare.
Trovo solo adesso il tempo di scrivere queste righe, dopo aver ascoltato mercoledì l’indecenza delle parole vomitate da quel villano di un senatore dei miei stivali contro il simpatico Lauro. Ascolto la trasmissione da anni e non sono solito commentare personalmente le interviste ai vari ospiti, pensando che l’ ironia e un minimo di salace provocazione facciano parte del contesto di un modo geniale di fare informazione alla radio. La volgarità, la maleducazione e l’ arroganza di questo parassita, pagato profumatamente dai contribuenti, rappresenta la parte più viscida di quella scala di pollaio che é diventato il parlamento italiano. Sono totalmente solidale con il Sig. Lauro, che spero abbia proceduto a farsi risarcire in sede legale il vituperio al quale é stato ingiustamente sottoposto.