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L’uomo infatti è stato condannato perché a capo di una rete di reclutamento di terrorismo internazionale. Attualmente arrestato, è stato espulso dall’Italia e ora si trova in Tunisia.
Alle telecamere di Sky Tg 24, ha spiegato come vengono scelti i ragazzi e come vengono armati. L’operazione è una vera radicalizzazione del pensiero, che porta a un reclutamento e un’adesione totale. Attraverso questa intervista, si cercherà di rispondere alle domande che tutti ci poniamo davanti ai tragici attentanti che si susseguono a distanza ravvicinata sia in Europa che nel resto del mondo. Basti pensare a quanto sono stati prossimi la strage di Dacca e quella di Nizza e a come, nel giro di nemmeno un anno, la Francia abbia subito anche la strage del Bataclan.
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Il documento di Sky Tg 24 vuole far luce soprattutto sui giovani che aderiscono al sanguinoso progetto. Attraverso le parole del reclutatore, verrà delineato il profilo degli attentori: da dove vengono, perché diventano feroci terroristi, come vengono radicalizzati, cosa vogliono. Non solo: nel corso dell’intervista infatti, gli verrà chiesto anche se i clandestini che sbarcano sulle nostre coste rappresentino un pericolo. L’interrogativo è se, insomma, nei barconi si possano nascondere affiliati dell’Isis. L’uomo risponderà in maniera negativa: in realtà, spiega, è molto improbabile perché sono già sul posto. I miliziani che si riconoscono nell’ideologia estremista dell’Isis sono cresciuti in seno ai paesi che andranno a colpire: lo dimostrano, per citare i casi a noi più vicini, gli attentatori di Parigi e Nizza, tutti cittadini francesi impregnati di cultura occidentale. Una realtà che incute ancora più paura, perché il pericolo è formato da cellule staccate che agiscono in maniera autonoma e si annidano tra le loro future vittime.
Alcuni mesi fa Sky Tg24 aveva trasmesso un reportage speciale che documentava le tante forme di resistenza allo “Stato islamico”. Proposto in prima visione, eraintitolato Fuga dall’Isis ed incentrato in particolare sulle donne. In quel caso il racconto giornalistico era sugli uomini che lottano per salvare le donne che, al confine con l’Iraq, vengono rapite, stuprate, seviziate e trattate come schiave da vendere.