Nello spot si rinuncia al classico binomio auto-belle donne per affidare il messaggio alla popolarità di Stefano Accorsi, che è alla guida dell’auto. Pur essendonr il protagonista però, la presenza dell’attore risulta piuttosto defilata. Fanno invece da padroni i paesaggi, le immagini maestose di quanto si staglia al di là del finestrino.
Non si tratta però di scenari idilliaci, ma di uno spettacolare incendio.
I fulmini che attraversano il cielo infatti, danno fuoco a un albero nella foresta. Intanto, due cervi si stanno scontrando per la supremazia: corna contro corna, gli animali si battono mentre le fiamme imperversano. E mentre un’auto avanza sull’asfalto, i rami iniziano a cadere: il veicolo riesce a schivarli cambiando strada.
“L’istinto è tutto: ci spinge lontano, ci porta a guardare oltre, ci fa percepire le cose prima degli altri”, recita la voce narrante di Accorsi. Grazie al nuovo sistema della Peugeot insomma, “guidare diventa così istintivo, che ti sentirai una cosa sola con il mondo intorno”. A sottolineare il concetto, lo spot lancia un parallelismo tra il guidatore dell’auto e i cervi: Circondato dal fumo infatti, il protagonista si ferma per lasciar attraversare la strada ai cervi in fuga. Proprio come, poco prima, lui stesso è riuscito a schivare la caduta di un ramo, il branco di animali scappa dal fuoco.
Il momento, l’incrocio con gli animali, suggella l’accostamento: allo stesso modo, pure Accorsi sta seguendo l’istinto.
Non è un caso che, nonostante l’incendio, la macchina si allontani lasciandosi la distruzione alle spalle: l’identificazione è ormai completa. Davanti al pericolo, un animale corre via: non si ferma a chiamare aiuto né ad osservare quello che succede, fugge e basta. Così accade ad Accorsi e alla sua Peugeot, che proseguono il cammino in una strada che costeggia la natura più selvaggia: il fuoco continua a mangiare gli alberi, l’acqua impetuosa del fiume scorre, il fumo si allontana.
L’auto è così divenuta una sorte di tutt’uno con chi è al volante: un unico organismo che si muove seguendo le sensazioni. L’inquadratura si alza, a sottolineare la vastità del paesaggio: un’ode all’istinto, e di certo un messaggio per niente ecologista.