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Il primo servizio è di Nina Palmieri, in Calabria per documentare che L’animale più crudele è sempre l’uomo. La iena torna sull’uccisione del cane Angelo a Sangineto di Calabria, sminuita dai concittadini dei quattro ragazzi responsabili. Quando è emersa la vicenda, in rete si è scatenata un’ondata di minacce feroci: a differenza dell’altra volta, ora la Pamieri riesce a parlare con due di loro, Nicolas e Giuseppe. Il cane, raccontano, è stato ammazzato per vendetta: dicono di non sapere perché hanno torturato la bestia, ma negano di essersi voluti divertire. I ragazzi hanno lo sguardo vacuo.
Marco Maisano si è occupato nuovamente dello spaccio selvaggio a Parato: Ancora spaccio di eroina nel centro storico. Senza alcun tipo di problema, Maisano riprende le operazioni di spaccio: la pallina di dose viene sputata nella mano del cliente. Per riprendere tutto ciò, a Maisano sono bastati due pomeriggi di appostamento da una finestra. Quando scende per inseguire gli spacciatori e sapere come funziona il giro, riesce ad avere qualche spiegazione: un fisso di 20 euro al giorno, in totale ci sono una quarantina di spacciatori. Se però lui è disposto a collaborare, va peggio con un suo collega; quando Maisano si presenta, scappa pure la polizia.
Giulio Golia si è recato nella Locride: I nascondigli della ‘Ndrangheta. Insieme alle forze dell’ordine, la iena esplora i covi dei boss della criminalità organizzata: bunker, , ingressi segreti, binari che fanno strisciare pannelli. Addirittura un tunnel sotterraneo, che sbuca in aperta campagna, collegando la casa a un corso d’acqua. L’esplorazione continua a Platì, in una seconda abitazione: i passaggi sono così stretti da far venire la claustrofobia, e Golia nemmeno riesce a entrare. Si tratta di un vero e proprio labirinto, costruito sicuramente sotto gli occhi di tutti: non si sa se vi siano ulteriori bunker che potrebbero essere usati da altri latitanti.
Per omaggiare Luciano Rispoli a pochi giorni dalla morte del conduttore, viene replicata un’intervista doppia a lui e Funari.
Il servizio seguente è di Nadia Toffa: 55 famiglie in mezzo a una strada? Siamo a Tor Vergata, alla periferia di Roma, dove delle famiglie hanno comprato casa in un nuovo complesso residenziale. Dopo molto tempo, a più di sette anni dai lavori, è arrivata l’ingiunzione di demolizione per abusivismo: non sono però i ristrutturamenti apportati dagli acquirenti, ma l’intera edificazione del complesso, ad essere fuorilegge. Nonostante i proprietari siano stati riconosciuti non responsabili, rischiano comunque di rimanere per strada. Siccome le 55 famiglie si sono sentite ignorate, ci pensa la Toffa a recarsi in Comune.
Gaetano Pecoraro si occupa di Assunzioni irregolari all’Anas. Si tratta di assunzioni sospette, avvenute senza bando di selezione da parte del presidente Armani: 13 dirigenti in totale, senza poter verificare che fossero i migliori possibili. Uno di loro addirittura non possiede nemmeno la laurea, indicata invece come requisito fondamentale nel decreto Madia.
Roberta Rei indaga sulla vicenda di Andrea Franzoso: Se sei onesto perdi il lavoro. Accortosi delle spese pazze del presidente delle Ferrovie Nord, Franzoso ha esposto tutto al capo dei controllori, ottenendo in cambio minacce di retrocessione. Le sue denunce hanno portato alle dimissioni del presidente, mentre lui è stato relegato in ufficio a non far niente: essendo parte di un’azienda privata, non ha alcuna legge a tutelarlo. Il nuovo presidente di Ferrovie Nord lo loda, poi però, di fatto, sostiene che un lavoro ce l’aveva.
Filippo Roma torna ancora sulle firme false dei 5 Stelle a Palermo: Onorevoli Movimento 5 Stelle ci querelano. Roma tenta di parlare con l’avvocato assunto, che ha inviato una lunga lettera alla redazione, senza però riuscirci. Eppure Beppe Grillo ha ringraziato il programma. I diretti interessati non rispondono, poi si giustificano sostenendo che hanno sporto querela per scoprire davvero come stanno le cose. Filippo Roma tenta di porre qualche domanda a Rocco Casalino: lui, per tutta risposta, gli dice di mandare una mail, poi si rifiuta di fornire spiegazioni perché non rilascia spiegazioni.
Dino Giarrusso mette in evidenza come le armi usate dall’Arabia Saudita per bombardare lo Yemen, siano prodotte in Italia. Per la precisione nello stabilimento di Carbonia, dove la iena si reca. Le domande sollevate da Giarrusso in merito, sono state portate in Parlamento da due esponenti dei 5 Stelle, e ora sono in attesa di risposta.
Nicolò De Devitiis sottopone Luca Giurato e Antonio Razzi a degli scioglilingua: Sfida di pronuncia.
Al rientro in studio, i conduttori mandano un saluto proprio a e Devitiis, al momento in ospedale dopo un servizio finito con una colluttazione. La puntata si conlude qui, linea a Gogglebox.