Il dibattito, moderato dal giornalista e conduttore di “Unomattina” Franco Di Mare, si è tenuto in occasione dell’uscita del numero 75 della rivista Aspenia, dal titolo “America prima di tutto”. Al centro degli interventi dei relatori il problema dell’uguaglianza di genere e il tema della leadership al femminile. La disparità sotto quest’ultimo aspetto tra uomo e donna è ancora forte, anche in termini di salario. L’Italia in tal senso non fa eccezione: nonostante alcuni successi dati dalle quote rosa soprattutto nei Cda delle aziende, ciò non basta ad evitare la penalizzazione delle donne rispetto ai colleghi maschi in termini di lavoro e carriera.
Ad aprire la discussione la presidente della Rai Monica Maggioni, nelle vesti di padrona di casa. “La Rai ha fatto molto perché l’immagine della donna evolvesse. Ci rendiamo conto che bisogna fare ancora tanto in questo senso”, ha ammesso. L’ex inviata di guerra ha poi sostenuto che la fiction abbia contribuito in modo positivo all’evoluzione della narrazione femminile.
L’economista Veronica De Romanis ha riflettuto sull’attuale situazione delle donne nel mercato del lavoro, presentando alcuni dati che accertano come il tasso di occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni sia più basso rispetto alla media europea. Ha poi illustrato poi le sue idee per migliorare l’attuale sistema, ricordando altresì come anche da parte del legislatore sia necessario avere coraggio e una visione di lungo periodo.
L’economista Veronica de Romanis Fonte foto www.formiche.net
L’avvocato Gabriella Porcelli, direttore legale Phillip Morris Italia e vicepresidente dell’associazione ValoreD, ha ricordato come sia determinante inaugurare nuovi modelli di leadership per un maggior riconoscimento delle qualità delle donne, fornendo anche idee e consigli su come le aziende possano garantire un’adeguato spazio alle quote rosa, a partire dal processo di selezione di nuove risorse. Unica presenza maschile del dibattito quella di Jacopo Morelli, imprenditore e membro del Consiglio di Confindustria: nel suo intervento, il manager toscano ha ribadito che le carenze principali del mercato del lavoro stanno non soltanto nel gap tra uomini e donne, ma anche nella grande fatica dei più giovani ad inserirsi all’interno di un sistema occupazionale complesso.
Hanno preso parte alla discussione anche volti istituzionali. Manuela Perrella, Coordinatrice dell’Ufficio per gli interventi in materia di parità e pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha detto a chiare lettere: “La parità tra uomo e donna ancora non c’è. Si sta cercando di colmare il gap, ma per farlo è importante anche cambiare l’organizzazione del lavoro, tarata sugli uomini”. Linda Lanzillotta, vicepresidente del Senato, ha dichiarato: “La crescita del ruolo delle donne è un processo culturale non ancora arrivato a compimento, per questo serve intervenire anche politicamente. Poi ha aggiunto: “I diritti dell’universo femminile vanno tutelati oggi più che mai”.
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L’intervento di Sofia Ventura, politologa dell’Università di Bologna, si è concentrato sulla rappresentazione mediatica della donne, in special modo quelle impegnate in politica: “Esistono una serie di stereotipi molto forti che minano l’autorevolezza della donna e la sua affermazione in politica. La tv ha delle responsabilità enormi in tal senso: la spettacolarizzazione della politica, infatti, pone oggi grande attenzione all’aspetto fisico, soprattutto quello femminile”. In questa maniera, le reali capacità di una donna in termine di leadership passano in secondo piano, preferite ad un giudizio che guarda prima di tutto la gradevolezza estetica.
A chiudere il dibattito è stata Marta Dassù, direttore della rivista Aspenia: “Colmare il gender gap costituisce una battaglia da combattere per il futuro della nostra società nella sua totalità e non riguarda, pertanto, solo il mondo femminile” ha detto, per poi ricordare quanto sia necessario difendere e potenziare il progresso fatto dalle donne nel settore del lavoro.