Il conduttore punta i riflettori su un omicidio talmente efferato da aver lasciato un’impronta dolorosissima nell’opinione pubblica.
E’ la vigilia del primo anniversario della morte della giovane Sara. Infatti all’alba del 29 maggio 2016, lungo la Magliana, a Roma, i testimoni notano un’auto in fiamme. Vengono chiamati i vigili del fuoco che, poco distante, trovano il corpo semi-carbonizzato di Sara, studentessa di Economia di 22 anni. Le indagini scattano immediatamente, la vicenda conquista rapidamente le aperture di tutti i notiziari televisivi e delle primme pagine dei quotidiani. Dopo qualche ora, la polizia ferma Vincenzo Paduano, guardia giurata 27enne, ex fidanzato della vittima. Secondo chi indaga, l’avrebbe prima strangolata e poi data alle fiamme.
Non stavano più insieme da mesi, eppure il giovane – emergerà in seguito – continuava a pensare insistentemente a lei: messaggi, chiamate, domande continue. L’ossessione sarebbe esplosa dopo la scoperta che Sara aveva iniziato a frequentare un altro ragazzo.
Al termine del processo, scattato in tempi molto rapidi, lo scorso 6 maggio il gup Gaspare Sturzo ha pronunciato la sentenza: Vincenzo Paduano è condannato alla pena dell’ergastolo.
Nessuna attenuante per il vigilante che ha strangolato e incendiato il corpo della povera ragazza colpevole solo di averlo lasciato. Il gip Sturzo ha capito che Paduano covava odio e si è trasformato in assassino, nonostante la scelta del rito abbreviato dell’imputato.
E’ stato un omicidio premeditato ha stabilito la sentenza in accordo a quanto avevano ricostruito i pm Maria Gabriella Fazi e il procuratore aggiunto Maria Monteleone, che avevano chiesto il carcere a vita.
Vincenzo Paduano seguiva incessantemente Sara da una settimana, soprattutto quando usciva con Alessandro, il nuovo fidanzato, un universitario come lei. Paduano però non ha assistito alla lettura della sentenza: ha rinunciato all’ultimo momento. Nell’udienza precedente invece si era presentato in aula, sotto la scorta degli agenti, per scusarsi. Solo poche parole: «Scusa. Non mi aspetto nulla. Volevo solo chiedere scusa».
Drammatico e commovente il commento dei genitori di Sara Di Pietrantonio. «Sara, la mia bambina, simbolo dei femminicidi», ha detto la madre.
Il domenicale a cura di Siria Magri, con ospiti in studio e in collegamento, ripercorre la vicenda del delitto della Magliana, gli interrogatori rilasciati da Paduano e il successivo processo.