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Daniele De Rossi, capitano della Roma, amato e sepre apprezzato come dai tifosi giallorossi, si è rivolto nei confronti dell’avversario juventino Mario Mandzukic con parole razziste, purtroppo inequivocabili.
L’arbitro Banti aveva appena fischiato un fallo al giocatore croato, quanto questi si lamenta. De Rossi interviene e, rivolto a Mandukic dice: “Stai zitto, zingaro di m…”. L’episodio è stato ripreso dalle telecamere da bordocampo: la grave offesa pronunciata dal capitano romanista, è netta e la si può interpretare attraverso il labiale, chiaro, preciso.
Riportiamo un’anticipazione del servizio, in onda questa sera, martedì 26 gennaio, alle ore 21.10 su Italia 1 nella puntata del martedì de “Le Iene Show”.
Iena: Cosa è successo con Mandzukic?
Daniele De Rossi: L’avete visto. Sono stato beccato da una telecamera mentre dicevo una frase che, insomma, dovevo evitare di dire. Non è la prima volta che si dicono queste frasi e ogni tanto capita in campo…Va beh, dire che se ne dicono tante e che in campo se ne dicono di peggio e che il calcio in quei 90 minuti livella un po’ tutti verso il basso, non è una giustificazione. Insomma, evitiamo di dirle o, come ha detto il mister, copriamo la bocca.
Iena: Cassano non te l’ha mai insegnato a parlare con la mano davanti?
De Rossi: Cassano è cintura nera di mano davanti.
Iena: Adesso che l’audio funziona, vuoi dire qualcosa a Mandzukic?
De Rossi: Mi dispiace, mi dispiace per chi si sente offeso per quella frase.
Tra gli altri servizi ricordiamo quello di Nadia Toffa che stasera è anche conduttrice.
Nadia Toffa presenta un’inchiesta sulla medicina difensiva, un fenomeno sempre più diffuso nel nostro paese. In Italia, così come in Messico e Polonia, un medico rischia una condanna penale, come l’omicidio colposo, per una complicanza accorsa in sala operatoria. Alcuni medici, quindi, per mettersi al riparo da possibili contenziosi con i pazienti, preferiscono prescrivere una miriade di esami, a volte non necessari, al fine di costruirsi una difesa preventiva nel caso un malato danneggiato da un’operazione possa trascinarlo in tribunale. Se l’intervento è molto pericoloso, il timore di sbagliare e la paura di cause legali possono indurre, inoltre, alcuni dottori a non andare proprio in sala operatoria, proponendo una cura alternativa all’operazione. La Iena analizza cause e risvolti della medicina difensiva e intervista in merito il Prof. Pietro Forestieri (Presidente Collegio Italiano Chirughi) e Tonino Aceti (Cittadinanza attiva – Tribunale del Malato).