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Questi alcuni dei servizi in onda nella puntata odierna:
Il reportage di Marco Maisano. La Iena si reca in Iraq e documenta lo svolgersi di una missione dell’esercito curdo finalizzata alla cattura di alcuni terroristi dell’Isis in un villaggio dove è stata individuata una cellula dormiente. L’inviato, successivamente, scortato dai Peshmerga, si reca ad un fronte non lontano dal luogo in cui è stato effettuato il blitz delle forze speciali. Si tratta di un cumulo di terra lungo centinaia di chilometri che divide i territori occupati dai terroristi dal resto del paese. La Iena incontra i soldati che tutti i giorni combattono contro lo Stato Islamico e racconta le loro storie. Maisano raggiunge poi Sinjaar, una città situata a nord ovest dell’Iraq, conquistata dall’Isis e liberata alla fine del 2015. Qui ci sono macerie ovunque, edifici completamente distrutti o negozi sventrati. In mezzo a tanta desolazione, la Iena si imbatte in un giovane civile che mostra ciò che è rimasto delle propria casa. Gli abitanti della città che sono riusciti a sopravvivere all’attacco dei terroristi si sono accampati sulle montagne non molto lontano da lì e ora vivono in tende costruite con legno e scarti di plastica.
Filippo Roma si reca in Calabria, a Prisdarello, dove, secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Famia, circa 20 anni fa sarebbe stata costruita una chiesa utilizzando anche i soldi provenienti dall’ndrangheta. Per avere delucidazioni in merito, la Iena raggiunge Federico Cafiero De Raho, Procuratore capo di Reggio Calabria, l’attuale parroco del paese e Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, ora Vescovo di Campobasso, ma Vescovo di Locri all’epoca dell’inaugurazione della chiesa.
Nadia Toffa intervista Stefano Savi, lo studente milanese aggredito con l’acido sotto la sua abitazione il 2 novembre 2014. Per l’episodio sono stati condannati in primo grado Martina Levato e Alexander Boettcher, la cosiddetta “coppia dell’acido”, e il presunto complice Andrea Magnani.
Luigi Pelazza si occupa di lavori socialmente utili (LSU), istituiti nel 1981 tramite una norma ideata per reinserire i disoccupati nel mondo del lavoro, offrendo loro attività con fine di pubblica utilità. L’impegno di questi lavoratori in tali progetti sarebbe dovuto essere temporaneo, dai 6 ai 12 mesi, ai quali sarebbe dovuta seguire l’assunzione o una nuova fase di reinserimento. Di proroga in proroga, però, dopo 30 anni migliaia di persone disoccupate sono inquadrate tuttora come lavoratori socialmente utili. L’inviato intervista diverse persone che da oltre 15 anni svolgono funzioni amministrative e tecniche all’interno di alcuni Comuni siciliani, con tanto di bagde e postazione di lavoro fissa, ma che risultano disoccupate e ricevono un sussidio di disoccupazione inferiore ai 600€. I lavoratori socialmente utili raggiunti dalla Iena contestano il fatto che non verrebbero trattati al pari dei loro colleghi perché il Comune non paga loro né uno stipendio né i contributi necessari per la pensione. Per avere spiegazioni in merito, Pelazza si reca presso la Regione Sicilia.
Qui la doppia intervista della scorsa puntata a Cruciani e Vassallo, nel confronto carnivori vs vegani.