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Come da tradizione negli ultimi anni, lo show è stato suddiviso in quattro parti: anteprima (15.00-16.00), prima parte (16.00-18.55), seconda parte (20.00-21-00) e gran finale fino alle 24. Giusto aprire con il ricordo di Giulio Regeni, cantato da Ilaria Porceddu, e la successiva toccante lettera dei genitori del nostro connazionale scomparso in Egitto: “Libertà e giustizia per tutti”.
L’apertura musicale è stata affidata al gruppo Bandabardò, una presenza abbastanza abituale sul palco di Piazza San Giovanni. Ritmo e canzoni impegnate che come sempre non deludono. Più tardi ci sarà spazio anche per Miele, che dopo l’inconveniente a Sanremo giovani, presenta il suo nuovo inedito Questa strada.
In avvio si sono esibiti Banda Rulli Frulli, La banda del pozzo e Il Geometra Mangoni, i tre finalisti del contest 1MNext (vinto nel 2013 dalla band salentina Crifiu). Proprio quest’ultimo ha avuto la meglio. Una bella iniziativa questa gara ma non del tutto valorizzata. Una soluzione potrebbe quella di inserire i vincitori all’interno di Area Sanremo (idea circolata nell’ambiente nei giorni scorsi).
Una delle piacevoli novità di questa edizione, almeno per i telespettatori a casa, sono stati gli rvm del Tg Lercio. Le incursioni organizzate dall’omonimo sito di satira politica ha la capacità di allargare il target dell’audience e spezzare il ritmo delle esibizioni, durante la prima parte della manifestazione, quando gli artisti, a volte nemmeno troppo conosciuti, si susseguono a ritmo un po’ troppo elevato.
Nel pomeriggio gli artisti, più o meno conosciuti si sono susseguiti sul palco, senza lasciare troppo il segno fino a quando è arrivato il turno di Gianluca Grignani. Il cantante reduce dalle brutte figure del capodanno con Gigi D’Alessio e ieri ad Amici 15, non brilla nemmeno in questo caso, tanto che il pubblico appare molto distratto.
Più convincente invece l’accoppiata Perturbazione-Andrea Mirò, che presentano due brani impegnati ma piacevoli da ascoltare, prima di chiudere con L’unica, il brano di Sanremo 2014. Gli ultimi ad esibirsi, prima di lasciare la linea alla rete per l’informazione sono stati i Marlene Kuntz, molto apprezzati, soprattutto tra i giovani.
Molta attesa c’era per la ripresa dopo il Tg3 e, almeno musicalmente, non si è rimasti delusi. Dopo il doveroso omaggio a Prince con l’esecuzione del brano Purple Rain si assiste ad una lunga e travolgente performance degli Skunk Anansie, con una straordinaria Skin che più volte si getta tra il pubblico, riuscendo finalmente a smuoverlo un po’. Subito dopo arriva Fabrizio Moro, che non può fare a meno di chiudere la sua performance con Pensa.
I Tiromancino di Federico Zampaglione cantano 5 brani. Peccato che Rai3, lanci sigla di chiusura della terza parte, con successiva pubblicità, facendo perdere ai telespettatori Molo4. L’episodio assolutamente poco piacevole è stato ripetuto almeno altre due volte nell’arco della serata. Da un cantautore all’altro, senza pause si passa a Max Gazzè, il quale stupisce aprendo con Il bagliore dato a questo sole, un brano non conosciuto da molti ma estremamente bello.
Divertente, spiazzante e irriverente la presenza in scena di un cardinale con tanto di tacco 12, durante la canzone Sotto casa: “Non benedire che sennò ci scomunicano”. A sorpresa, senza nemmeno aver effettuato delle prove si esibisce insieme alla Fanfara Tirana con Questa vita cos’è. La sua bravura e scenicità, trascina letteralmente gli spettatori.
Tra tante cose tradizionali, spunta la novità delle sovraimpressioni. I telespettatori da casa infatti, oltre a vedere i nomi degli artisti e i brani eseguiti, duranti le performance ricevono informazioni su ultimi lavori, storia e/o componenti di band e singoli cantanti. A volte c’è anche spazio per simpatiche curiosità. Il lato negativo, consiste in qualche errore di troppo nell’indicazione del titolo della canzone all’inizio dell’esibizione.
Più che sufficiente la prova di Luca Barbarossa, all’esordio sul palco del concertone nel ruolo di conduttore. Sempre puntuale, mai in difficoltà, e bravo nel saltare da argomenti musicali a quelli più impegnati. Purtroppo per caratteristiche professionali e caratteriali, non riesce però a fomentare la folla. Limite ampiamente previsto dagli autori, tanto che al suo fianco è stata messa La Mario (Mariolina Simone). La speaker di M2O, però appare troppo impostate, fredda e a tratti inadeguata per guidare un evento così importante.
Poco convincente invece continuare lo spettacolo, fino alle ore 24, dopo il poker Skin-Moro-Tiromancino-Gazzè. Esibizioni di un certo livello come quella di Nina Zilli con Gary Dourdan o quella conclusiva di Tulio De Piscopo, passano in secondo piano, tra la stanchezza per la lunga durata della manifestazione e per l’importanza di chi l’ha preceduti. Una scaletta più accurata, in questa ultima fase avrebbe consentito di fare il definitivo salto di qualità, consegnando agli artisti la giusta visibilità.
Per concludere, nonostante le stime che poi arriveranno, forse anche a causa del tempo incerto, la piazza è apparsa meno piena degli altri anni. Inoltre la cosa che dovrebbe far riflettere è che a tratti i giovani sono sembrati poco attivi, svagati e non a passo con lo show. Un campanello d’allarme per il comitato organizzatore che dovrebbe cercare formule per svecchiare un po’ il cast del concertone, per evitare di essere fagocitato dalla concorrenza dell’uno maggio di Taranto di Michele Riondino.