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Se infatti il gruppo di Stand Up Comedy è composto da sette comedian, contrariamente alle passate stagioni, stavolta la durata e il numero delle puntate si accorciano: sul palco saliranno infatti in sei. Ma sono sempre gli stessi: Filippo Giardina, Francesco De Carlo, Pietro Sparacino, Mauro Fratini, Velia Lalli, Saverio Raimondo e Giorgio Montanini, la cui presenza viene annunciata però come “partecipazione speciale”. Montanini infatti, a breve di nuovo su Rai 3 con la terza stagione di Nemico Pubblico-Live, ci sarà solo in due puntate.
Il programma torna nella sua classica struttura, senza cambiamenti: un palco, un microfono a filo e monologhi senza tormentoni né stereotipi. Far ridere si, ma anche cercare di stimolare una riflessione. Una comicità adulta insomma, in cui i pezzi toccano temi solitamente mai affrontati nei tanti programmi comici della tv.
Uno spettacolo di satira che si discosta però dall’idea diffusa che la satira, per essere tale, debba occuparsi del commento politico. Lente d’ingrandimento puntata invece sulla società e le sue tante contraddizioni: sesso, droga, religione i temi con cui i sei veicoleranno la risata. La rete definisce lo show come il “più scorretto della tv” e i comedian come i più “cattivi” di Comedy Central.
Tra i comedian, Saverio Raimondo sale sul palco dopo la seconda stagione di CCN-Comedy Central News.
Maggio per Comedy Central, canale 124 di Sky, sarà il mese della stand up. I fratelli minori di Natural Born Comedians infatti, in onda già dal mese scorso, danno il via alle danze intorno alle 22.00, e alle 23.10 tocca ai loro colleghi.
Un genere, quello della stand up comedy, che nasce in America con Lenny Bruce negli anni ’50. Arrestato ripetutamente per oscenità a causa del linguaggio diretto utilizzato, il comico pagò cara la sua libertà intellettuale, fino alla morte per overdose a soli quarant’anni. Senza mai abbandonare la battaglia per la libertà d’espressione, ha lasciato ai suoi successori la lezione per cui “la verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere”. La sua eredità è però anche una concezione diversa della comicità, in quanto arte che non deve solo accarezzare il pubblico ma anche scuoterlo, perché “ciò che dovrebbe essere è una sporca bugia”.