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In studio Barbara De Rossi, al timone Amore criminale e Sabrina Scampini, ex conduttrice di Quarto Grado. La puntata prende il via da un momento che ha segnato la cronaca nera del piccolo schermo: la Sciarelli che si trova a dover dare a Concetta Serrano, madre di Sara Scazzi, la notizia che Michele Misseri aveva confessato. Il volto pietrificato della donna colpì molto l”opinione pubblica: molti giornalisti parlarono di morbosità, sostenendo che bisognasse interrompere la diretta. Era il 2010.
In collegamento Maria Volpe del Corriere della Sera e la criminologa Roberta Bruzzone. Per la Bruzzone la Sciarelli è stata in grado di fare del suo meglio, ricordando l’imprevedibilità della svolta: Concetta Serrano era proprio in casa della sorella, moglie di Misseri, a pochi passi da Sabrina Misseri.
Giletti aveva poi ospitato la giornalista a L’Arena: ne viene ritrasmesso il segmento: “Attaccate me, ma non attaccate un programma importantissimo”, aveva detto in quell’occasione. La Scampini sottolinea che la gente, disperata viste le tragiche vicende in cui si trovano, chiede espressamente che vengano accesi i riflettori sui loro drammi.
A proposito di cronaca nera, la discussione si sposta sulla violenza sulle donne, a cui la De Rossi ha prestato il volto. Viene quindi mandato in onda lo spezzone in cui la Sciarelli aveva risposto a un tweet di Salvini, che attaccava la sua trasmissione. In studio si ragiona sul perché la politica prenda di mira questo genere di programmi: data la poca attenzione che stanno riscuotendo i talk show, sostiene la Volpe, la polemica risultrebbe “casareccia”.
Si passa quindi alla Leosini, che non vuole essere definita signora dato che si sporca le mani entrando in carcere. In particolare si ricorda l’intervista a Luca Varani: quella scelta infatti, ha creato diverse perplessità perché in quel momento l’intervista avrebbe potuto condizionare le indagini. La Scampini non era d’accordo, pur ammirando molto la Leosini; la Volpe invece, non era riuscita a guardare perché aveva empatizzato con Lucia Annibali.
Ma perché i colpevoli parlano con le telecamere? Perché, risponde la Bruzzone, usano le telecamere deliberatamente per depistare le indagini; tant’è che spesso quegli interventi vengono messi agli atti. La Scampini invece: “Cercano un momento di gloria, perdono il contatto con la realtà senza riuscire a capire la differenza tra la realtà vera e quella che loro creano”. E ancora la Bruzzone: “Pensano di riuscire a depistare in maniera consapevole, invece poi finiscono per cadere negli stessi errori che vogliono scongiurare”.
Sia Franca Leosini che Federica Sciarelli si caratterizzano per la forte passione che mettono nelle storie che trattano, e che le portano a creare dei legami che vanno al di là dello schermo. La Leosini credette che il “mostro dle Circeo” fosse cambiato: lui le scrisse che non l’aveva tradita, ma che aveva due anime che non riusciva a gestire.
Infine, Giletti chiude riproponendo le imitazioni: la Cortellesi che fa la Leosini e la Ocone nelle vesti du una Sciarelli dall’accento romanissimo. Giletti ne approfitta per chiedere alla Bruzzone perché se la sia presa con la Raffaele: il motivo pare fosse la scenografia di una performanca in particolare, con un muro imbrattato di sangue. La criminiloga si era infastidita perché, purtroppo, il sangue di cui si occupa lei è vero.
La puntata si conclude qui, e con la puntata anche il ciclo di Una domenica da leoni. Il programma termina dopo quattro puntate, a dipetto delle sei previste inizialmente.