“Queste storie si snodano per ore e ore, diventando appuntamenti immancabili e portano i personaggi ad essere di famiglia: ci tengono compagnia, creando un flusso parallelo per anni. Sono la novità di questo inizio millennio”: è con queste parole che Lidia Ravera apre la conferenza. Una volta le serie venivano chiamate sceneggiati, ed erano “figlie di un Dio minore”: adesso invece, riescono ad ottenere gli stessi finanziamenti del cinema. E al Roma Fiction Fest verranno proiettate proprio sul grande schermo.
Lorenzo Tagliavanti, presidente di Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma, sottolinea quanto si tratti di un’industria che dà lavoro alla gente: “A casa mia siamo dipendenti da una serie, al punto da modificare i nostri orari per seguirla. La fiction porta all’estero lo stile italiano, che è uno dei più invidiati al mondo. Questo ha un valore economico, perché dietro c’è il made in Italy”.
“Credo che lo scambio virtuoso tra serie e cinema sia in atto”, spiega Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma. Un esempio? La mafia uccide solo d’estate di Pif. “Il programma delle serie, almeno sulla carta, rispetta la stretta attualità: ci sono molte protagoniste femminili, c’è un certo gusto retò e lo sguardo ai giovani. Vi è una ricchezza di prospettive”.
Giuseppe Piccioni, fondatore della manifestazione: “Io sono un frequentatore di serie. Oggi si riscontra una sorta di bulimie verso le serie, che propongono una serie sterminata di racconti: alcune per me sono state un’epifania, mi hanno sorpreso. Mi sono accorto che c’è un lessico sterminato diverso da quello del cinema. Con le serie è come se tornassimo alle ambizioni dei grandi romanzi: qualcosa che racconta in maniera estesa, il mondo in cui viviamo”.
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Passiamo quindi ai titoli in concorso, che provengono da vari paesi, dalla Scandinavia all’Australia: Baron Noir, Berlin station, Better Things, Di padre in figlia, Good Behaviour, The Kettering Incident, Midnight Sun, National Treasure, Public Enemy, Wasteland.
La giuria è presieduta dal premio Oscar Richard Dreyfus, ora protagonista di Madoff, serie che verrà presentata in anteprima. Madrina del Festival è invece Matilda De Angelis, giovanissima attrice consacrata dal ruolo in Veloce come il vento.
Come anteprime italiane invece, ci saranno: Amore pensaci tu, Il confine, Immaturi-La serie, In arte Nino. Fiore all’occhiello del Roma Fiction Fest, oltre al già citato Madoff, l’anteprima internazionale di When we rise, che ripercorre la storia del movimento per i diritti lgbt. Ancora: Roots, Fleabag e un nuovo ciclo di Maigret, prodotto dal figlio di Georges Simenon e con Rowan Atkinson protagonista.
Vari gli incontri con gli attori, incluso uno con Marco Giallini, che verrà anche premiato con un Excellence Award dopo l’interpretazione di Rocco Schiavone. Gli altri Excellence Awards verranno consegnati a Enzo D’Alò e Rosario Rinaldo.
Tra le masterclass previste, una intitolata L’arte del fare e dedicata a The Young Pope di Paolo Sorrentino.
Six Feet Under e Boris infine, sono le serie regine elette per essere proiettate a ciclo continuo nella sala cult.
Tutti i dettagli e il programma sono reperibili sul sito del Roma Fiction Fest.