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Il primo servizio è di Michele Cordaro: Il video, le polemiche e…Salvini. Dopo la difesa dei due operai che hanno filmato le due done rom chiuse in gabbia, Cordaro ha raggiunto Salvini. La iena gli consegna un tagliando con già scritto “io sto con”, in modo da poterlo utilizzare a ogni “battaglia” da sostenere.
Giulio Golia ha incontrato Marco Cappato: Buon viaggio dj Fabo, libero fino alla fine. Viene riproposto il servizio che Golia aveva realizzato, in cui Fabiano gli spiegava a fatica le sue ragioni, e la fidanzata spiegava di non poterlo accompagnare perché sarebbe istigazione al suicidio.
Cappato racconta il viaggio di cinque ore: un percorso senza poter parlare. Poi due giorni in una casetta, lì con i familiari dell’assistito, ricordando i tanti momenti felici vissuti. Cappato passa poi ad illustrare i vari passaggi: il medico voleva essere sicuro della vera volontà, mandando amici e parenti affinché non lo condizionassero.
Dopo la seconda visita, ha deciso di non aspettare oltre. È stata fatta persino una prova, e fabo si è assicurato di essere in grado di poter avviare bene il processo: il medicinale l’ha addormentato,portandolo alla morte dopo circa dieci minuti. Le ultime parole di Fabiano sono state una raccomandazione: mettere sempre le cinture in auto, trascuratezza che a lui è costata cara.
Cappato si è autodenunciato perché, citando Napolitano quando rispose all’appello di Welby, non possiamo girarci dall’altra parte. Intanto è stata stabilita una data: il 13 marzo verrà discussa la legge in Parlamento sul testamento biologico.
Il secondo servizio è di Nina Palmieri: Capitan Tempesta è nella barca in fondo al mare? La iena raccoglie le testimonianze della famiglia di Giovanni, morto in mare a Portopalo: la moglie e le figlie vorrebbero avere un posto per piangerlo.
Viene ingaggiata una squadra di sub per cercare il corpo: per avere una risposta definitiva, bisognerebbe alzare la barca. I sub infatti, non riescono a spingersi oltre un certo punto: l’impresa sarebbe umanamente impossibile.
Come il relitto si sia inabissato però, rimangono molti dubbi: consegnando le nuove immagini alla capitaneria di porto, la speranza è che la Procura riapra le indagini.
Prima di andare in pubblicità, viene ricordata la campagna di raccolta fondi per i bambini di Taranto. In studio entra la Toffa, per far autografare alla Blasi e Mammucari la maglietta messa all’asta.
Il prossimo servizio è di Luigi Pelazza: Rovinato dalla banca. Protagonista è Giovanni, il cui nome e congnome è stato utilizzato dalla banca, filiale della Veneto Banca, per aprire un conto corrente con un finanziamento di 21mila euro. Quel finanziamento era indirizzato al socio di Giovanni, Aurelio: l’uomo vuole naturalmente azzerare il conto per non averedebiti: a colloquio col direttore però, la faccenda non è così semplice.
Pelazza va dunque dal direttore: il bonifico promesso a Giovanni però, non arriva.
Per alleggerire un po’, in studio si ironizza sui piatti italiani che si mangiano all’estero: Blasi, Ammmucari e Bebe Vo assaggiano pizza con l’ananas, pop corn e cappuccino, brioche con il sushi.
Viene quindi lanciato il servizio di Giulio Golia: L’incubo di Quagliarella. Ora che la vicenda si è conclusa, il calciatore può raccontare la vicenda di stalking di cui è protagonista: ci sono voluti cinque anni, prima di scoprire che era proprio il suo amico poliziotto a perseguitarlo. Raffaele Piccolo, questo il suo nome, presentantogli da un amico comune, era sia il responsabile che colui che seguiva le indagini sulla questione: Quagliarella riceveva minacce di morte, e Piccolo gli diceva di mantenere il massimo riserbo anche con il fratello. Il gioco era ben congegnato: isolamento del calciatore dagli altri, sospetto su tutti coloro che locircondavano.
Quelle stesse lettere ricevute da Quagliarella, venivano inviate anche alla società: fino a quando, all’improvviso, ha scoperto di essere stato venduto alla Juventus. E a quel punto, alla dramamtica situazione privata, si sono aggiunte le feroci critiche dei tifosi traditi.
È quando Raffaele Piccolo commette una leggerezza, che il padre di Quagliarella ha un sospetto: va subito in questura, dove scopre che le centinaia di denunce non erano mai state depositate. Il calaciatore non avrebbe mai voluto lasciare la sua squadra, tuttora un grande rimpianto.
Al momento Raffaele Piccolo è stato condannato a quattro anni e otto mesi, ma con la possibilità di ricorrere in appello prolungando il processo, il poliziotto stalker non andrà in carcere.
Veronica Ruggeri conosce Leonardo: Ladro di identità. Leonardo viene costantemente rubato della sua identità da un altro uomo, che si firma a suo nome fornendo i suoi stessi dati anagrafici: con la complicità della iena, l’uomo viene colto in flagrante. Naturalmente si dà alla fuga, ma viene be presto raggiunto: si scopre che Pietro, questo il suo nome, ha un vero curriculum di carte d’identità falsificate. Ha ottenuto i dati di Leonardo facendogli un contratto in negozio.
Tocca a Fabio Agnello: I soldi europei che buttiamo via. Si tratta di fondi elargiti dall’Unione Europea, con cui in Italia non sono mai stati iniziati i lavori: ne è un esempio il porto di Napoli, che sarebbe dovuto essere concluso entro il 2015. Altri investimenti invece, non sono risultati conclusi in maniera virtuosa. Se uno Stato si rivela inadempiente, l’anno successivo quei fondi vanno a chi dimostra di saperli usare.
Se questi sono i fondi indiretti, nel caso di quelli diretti spesso le domande si rivelano scritte male. A tal proposito, la iena scopre che la Regione Sicilia non ha presentanto alcuna richiesta: quando va a chiederne motivo a Crocetta, ottiene del “demagogo”.
Alessandro De Giuseppe torna ad occuparsi del delitto di Garlasco: Alberto Stasi è innocente? Vengono ripercorsi gli elementi che non tornano, tra cui le orme insanguinate: non ci sono quelle che escono dalla villetta.
Andrea Agresti smaschera una Truffa d’artista. Una valanga di artisti contattati per far parte di un catalogo, strumento fondamentale per farsi conoscere: le vittime hanno cercato 60 euro ciascuno. senza mai però vedere le proprie opere stampate su carta.
Per avvicinare il truffatore, Agresti gli dà appuntamento fingendosi un giornalista locale.
Si prosegue con una candid realizzata con la complicità di Vladimir Luxuria, che ha utilizzato i bagni per uomini in autogrill. Esattamente come accadrebbe in America con il blocco della legge voluta da Obama.
In ricordo di Leone Di Lernia, viene riproposto un vecchio scherzo in cui veniva lasciato solo a pagare al ristorante.
A proposito di eutanasia e fine vita, dibattito che impazza dopo la morte di dj Fabo, viene mandato in onda un vecchio e toccante servizio di Matteo Viviani: Così muore un italiano.
Infine Paolo Calabresi: Sfida all’ultimo like. Per promuovere il film Beata ignoranza, il cast viene messo alla prova con la pubblicazione di contenuti social. Giallini perde subito perché il telefono nemmeno gli prende la linea.
La puntata si conclude qui, appuntamento a domenica.